Il ragazzo di Acquanegra sopravvissuto: «Donare plasma è un dovere»
Il 19enne, tra i primi positivi della provincia, in una lettera ringrazia i compaesani e racconta il suo gesto «per salvare altre vite»
ACQUANEGRA SUL CHIESE. La bella notizia della sua dimissione dall’ospedale Carlo Poma di Mantova era arrivata nell’ultima settimana di marzo. Tutti in paese, ad Acquanegra sul Chiese, avevano gioito per le sue condizioni di salute che andavano via via migliorando. Ed ora Matteo, il 19enne, tra i primi nella provincia mantovana risultati positivi al coronavirus, vuole ringraziare tutti, e lo fa con una lettera che l’amministrazione comunale locale ha reso pubblica sui social network. «Volevo dire che sto bene e che mi sto riprendendo» scrive, innanzitutto, Matteo Cavanzani.
Poi il racconto si arricchisce: «Giorni fa ho ricevuto una telefonata nella quale mi è stato chiesto di donare il plasma ed io non ho avuto esitazioni. A parere mio questa donazione non doveva essere una scelta, bensì un dovere, in quanto grazie a questo gesto possiamo salvare delle vite, e non è cosa da poco. Ho sempre avuto paura degli aghi, ma perché esentarmi dal compiere una tale azione se essa può essere utile a genitori, nonni, figli o amici che come me hanno contratto il virus? ». Matteo chiude la lettera rivolgendosi a tutti i suoi compaesani e a tutti coloro che gli sono stati vicini: «Vorrei ringraziare tutti voi, di cuore, per il sostegno».
Ad informare la popolazione, incredula ed estremamente felice per la novità, dopo il momento buio della scoperta della positività al virus di Matteo, era stata proprio l’amministrazione comunale: «Ricorderò per sempre quel sabato mattina, quando alle 6 una telefonata del vicario del prefetto mi diede una notizia terrificante: un mio concittadino di appena 19 anni era risultato positivo al coronavirus – scrive il sindaco Monica De Pieri – Ma allo stesso modo ricorderò, questa volta felicemente, quella giornata di marzo durante la quale ricevetti una telefonata dalla madre di Matteo, che mi informava che lo stavano portando a casa perché guarito. Quello è stato un momento davvero felice».