Eden Verde salva solo Parigi, saltati altri ordini dall’estero
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L’azienda vivaista di Canneto conta le perdite di fatturato a causa del virus. Il titolare: per fortuna che siamo riusciti a consegnare le piante per i boulevard
MANTOVA. Le piante, sui boulevard parigini, ci sono arrivate per un soffio. Soprattutto aceri e bagolari che dall’Eden Verde di Canneto sull’Oglio, in pieno distretto dei vivai, raggiungono ormai da qualche anno il cuore della Francia. Le piante per i viali più celebri del mondo sono partite a febbraio, prima che si scatenasse la pandemia e che anche chi si prende cura di alberi e fiori si dovesse arrendere al lockdown. Se ai parigini è andata bene, non sono stati altrettanto fortunati, però, i clienti olandesi di Eden Verde e, come loro, molti altri tra l’Italia e l’Europa. Sono una dozzina gli ordini cancellati, per migliaia di piante.
«Le consegne avvengono dalla fine di ottobre alla metà di aprile, quando il ciclo vegetativo della pianta è fermo - racconta Massimo Morenghi, che gestisce l’azienda con il fratello Davide - ma quest’anno abbiamo dovuto interrompere le vendite con un mese e mezzo di anticipo. C’erano piante già preparate in zolla e pronte a essere spedite che ora dovranno essere bruciate».
Il problema principale ha riguardato i trasporti: difficile, se non impossibile, fare arrivare il carico nelle campagne olandesi o tedesche, ma anche in Toscana. «Lavoriamo molto con il centro Italia, e si è bloccato tutto». La Eden Verde, sul mercato da più di 30 anni, coltiva su 40 ettari di terreno un centinaio di essenze diverse, tutte latifoglie certificate Ersaf e nate in Italia: tra queste aceri, frassini, meli, peri. Molte diventeranno alberi dalle chiome maestose. Proprio come quelle destinate, dal 2013, ai boulevard (circa seimila su una produzione di 30mila vendute ogni stagione), che hanno rischiato di rimanere a Canneto.
L’azienda che si occupa della piantumazione a Parigi, un vivaio molto grande nella Bretagna, le acquista di piccole dimensioni e poi le fa crescere nel cocco. «Vengono piantate a sei metri l’una dall’altra perché possano sviluppare una chioma perfetta e fare bella figura nei viali della capitale. E vengono scelte con attenzione, un anno prima di essere piantumate, da architetti paesaggisti». Fondamentali qualità altissima e sostenibilità: «Soprattutto per lavorare con l’Europa, sono determinanti». Gli ordini cancellati si tramuteranno in cali di fatturato. Nell’area di Canneto (oltre 400 imprese per 2.300 addetti e un export da oltre 20 milioni di euro), secondo una stima di Coldiretti, in questi mesi c’è stata una perdita del 70%.
«La crisi innescata dal confinamento è stata uno choc per le imprese - commenta il presidente dell’associazione, Paolo Carra - Faccio appello alle amministrazioni pubbliche che volessero costruire o risistemare le aree verdi, o i privati che volessero sfruttare le opportunità offerte dal Bonus verde, di privilegiare l’offerta dei vivaisti di Canneto, per la qualità delle piante e per la capacità di contrastare l’inquinamento».