Il Politecnico di Mantova cerca iscritti: nuovo open day a luglio
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«Maturandi frastornati, vanno rassicurati». Didattica da remoto per gli studenti internazionali
MANTOVA. Sono frastornati, i nostri ragazzi sull’orlo dell’esame di maturità. La pandemia ha sbavato la linea d’ombra tra adolescenza e giovinezza piena, abbassando la febbre di futuro. «Non avere regole certe e non sapere bene cosa li attende oggi, mette gli studenti all’ultimo anno delle superiori in difficoltà nel pensare a cosa fare dopo – commenta Carlo Peraboni, docente del Politecnico e referente dell’orientamento per la sede territoriale di Mantova – Per questo abbiamo pensato di replicare l’Open day dopo gli esami di maturità». L’appuntamento è il 9 luglio, alle 14.30, da remoto, attraverso la piattaforma Teams, con la testimonianza di studenti e laureati che racconteranno della vita universitaria e delle esperienze lavorative.
L’obiettivo è rassicurare le famiglie e i ragazzi: «A Mantova il Politecnico non ha mai smesso di funzionare durante la fase di lockdown, portando avanti anche i laboratori che, per definizione, richiamano a forme didattiche in presenza – ricorda Peraboni – Vogliamo rafforzare l’idea di un’offerta formativa articolata sul territorio, com’è nell’identità e nel ruolo dei poli». Il messaggio è chiaro: esiste un’università che funziona ed è distribuita territorialmente. E se in questo clima d’incertezza, con la minaccia del contagio che ancora spaventa, mamma e papà hanno qualche timore a lasciare andare i figli lontano, Mantova, con il suo corso in progettazione dell’architettura, non è una seconda scelta. Al contrario, l’anno scorso era in cima alla preferenze di 140 studenti passati attraverso le maglie del test d’ammissione. Quaranta in più rispetto ai posti previsti.
I ragazzi avranno a disposizione il mese di luglio per preiscriversi al test d’ingresso, fissato dal ministero per il 3 settembre. Altro canale, quello per accedere al corso di laurea magistrale in Architectural Design and History: a valutare i candidati, sulla base della carriera pregressa e dell’adeguatezza della loro preparazione, è una commissione di docenti. Il numero di posti è sempre lo stesso, ma la metà è riservata a studenti internazionali che convergono a Mantova da ogni angolo del pianeta, facendo della provincia l’ombelico del mondo. Un mondo che allo specchio della pandemia si è scoperto vulnerabile, e ha irrigidito i confini.
Come la mettiamo? «Al momento, tutti gli studenti internazionali hanno confermato l’immatricolazione, nonostante una serie di incognite legate alla mobilità da e per l’Italia – riferisce Peraboni – Almeno per il primo semestre del nuovo anno accademico il Politecnico ha comunque deciso di mettere a disposizione un’offerta formativa ibrida, sia in presenza sia da remoto».
Una notizia incoraggiante, che proietta una luce di futuro sull’orizzonte accidentato dell’oggi, arriva anche dal laboratorio di ricerca Land Repair Lab, coordinato dallo stesso Peraboni. Formato da sette persone – tre docenti, tre collaboratori e un assegnista di ricerca – il gruppo di lavoro si occupa di progetti legati al paesaggio, all’ambiente e al sistema urbano. La buona notizia? La Fondazione Bam cofinanzierà una borsa di dottorato del valore complessivo di 75mila euro, diluiti in tre anni. Titolo: “Città inclusive e opportunità. Spazio urbano e di trasformazione sociale”. Inclusiva, Mantova lo è abbastanza, ma si tratta di guadagnare una visione d’insieme che leghi tra loro gli interventi puntuali. Connecting the dots.