A Mantova senza stipendio da oltre due mesi: i sindacati temono tensioni sociali
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Ancora ritardi sul pagamento di cassa integrazione e Fis. Cgil, Cisl e Uil: «Ammortizzatori anche dopo l’estate»
MANTOVA. «Forti ritardi nei pagamenti della cassa integrazione. Questa situazione rischia di determinare forti e preoccupanti tensioni sociali». Ci possono essere sfumature diverse nella ricostruzione di quanto sta avvenendo nella questione dei versamenti delle somme stabilite dagli ammortizzatori sociali applicati con la chiusura delle aziende nei due mesi di lockdown. Ma i sindacati hanno lo stesso timore per il futuro prossimo: rischio di tensioni sociali.
«Abbiamo più volte denunciato, nei giorni scorsi, sia al Governo sia alla Regione Lombardia, i ritardi nei pagamenti delle prime nove settimane di cassa integrazione per le aziende che accedono al pagamento diretto da parte di Inps – dice il segretario della Cisl, Dino Perboni – inoltre, si riscontrano ritardi insostenibili per le prestazioni di assegno ordinario di Fis (Fondo d’integrazione salariale) e di cassa in deroga. Le domande decretate di cassa in deroga e Fis da marzo fino a maggio sono 357 per un totale di 7.635 dipendenti; le ore di cassa integrazione Covid sono 8.021.252. Il perdurare di tale situazione aumenterà le tensioni e sarà difficile da governare. Sono tantissimi i lavoratori che, in assenza di reddito da ormai due mesi, non riescono a sostenere la famiglia».
Il segretario della Cgil, Daniele Soffiati, ricostruisce gli eventi degli ultimi tre mesi: «Tra marzo e aprile più di 55mila dipendenti mantovani sono andati in cassa integrazione. Fino alla fine di aprile, il forte ritardo con cui Regione Lombardia ha autorizzato le domande ha fatto sì che, per più di due mesi, i lavoratori rimanessero in attesa del contributo. A tutto ciò andavano aggiunte le tempistiche dell'Inps».
Soffiati si aspetta ora una velocizzazione delle pratiche: «Nel decreto Rilancio la cassa integrazione per coronavirus viene finanziata per altre 9 settimane. Per accelerare le tempistiche, la procedura sarà semplificata: eliminata l'istruttoria regionale, l'assegno andrà richiesto direttamente all'Inps, che – in caso di mancato anticipo da parte delle aziende – erogherà direttamente un anticipo del 40% entro 15 giorni dall'arrivo della domanda». Ma il segretario Cgil avverte che «uno dei problemi delle prossime settimane è costituito dalle modalità di utilizzo. È prevista infatti la proroga di sole 5 settimane dei trattamenti di Cig utilizzabile entro il 31 agosto. Poi con una nuova procedura si potranno chiedere ulteriori 4 settimane dal 1 settembre al 31 ottobre. La conversione in legge del decreto potrebbe apportare qualche modifica, e rendere più “libero” l'utilizzo delle nove settimane».
Anche Soffiati esprime preoccupazione: «Da sole queste settimane di cassa integrazione non bastano ad affrontare questo momento di terribile difficoltà, in cui potrebbe esplodere prepotentemente la rabbia sociale. È necessario che gli aiuti alle imprese, gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti proseguano anche dopo l'estate».
Il segretario Uil, Paolo Soncini, spiega che «nel corso della fase emergenziale, abbiamo posto come condizione irrinunciabile alle aziende con cui abbiamo firmato l’accordo, il versamento anticipato della cassa integrazione ai lavoratori. Non tutte le aziende lo hanno fatto e in questi casi i dipendenti stanno ancora attendendo il dovuto. Secondo i dati in nostro possesso, un quinto dei lavoratori lombardi in cassa integrazione non ha ricevuto ancora nulla. È un problema reale e sia che i ritardi riguardino le aziende sia riguardino direttamente i lavoratori, saranno questi ultimi a pagare il prezzo più caro delle conseguenze».