La Tecnofer parlerà tedesco: ritorno in fabbrica con la Prazi
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Bruciata la concorrenza della brasiliana Screw, primi operai al lavoro a settembre. La Fiom-Cgil: «Primo importante passo verso il rilancio ma è soltanto l’inizio»
OSTIGLIA. Ripresa dell’attività a settembre, con sei dei tredici dipendenti e graduale ritorno in fabbrica ad ottobre per i restanti sette operai: a guidare il nuovo corso della Tecnofer di Ostiglia sarà la NewCo Canalgrande 84 srl, azienda collegata alla Prazi.
Da ieri è ufficiale ciò che già era filtrato negli ultimi giorni: il gruppo tedesco legato al colosso della produzione di macchine agricole Claas con un rilancio sul filo di lana ha bruciato la concorrenza dei brasiliani della Screw.
Fino a pochi giorni fa, infatti, sembrava che la società sudamericana fosse ad un passo dall’acquisizione del ramo aziendale della Tecnofer, che produce spire elicoidali in metallo e che è in concordato dopo una crisi produttiva che l’ha messa all’angolo nel mercato. Ma la proposta d’acquisto del gruppo brasiliano, che con l’arrivo nel Destra Secchia intendeva espandersi sul mercato europeo, già validata in modo provvisorio, non ha fatto i conti con il rilancio della Prazi.
La NewCo Canalgrande 84 srl è stata costituita dalla Prazi assieme al gruppo modenese Wam, casa madre della Flytech di Poggio Rusco.
Si apre dunque un nuovo capitolo per i dipendenti della Tecnofer, azienda per la quale i sindacati, dopo i primi momenti di crisi, si erano impegnati a fondo per trovare una soluzione e scongiurare la chiusura definitiva dello stabilimento, opzione che a dicembre dello scorso anno sembrava imminente. Poi le cose hanno preso una piega diversa: è arrivata la cassa integrazione e alcuni dipendenti hanno trovato una nuova occupazione.
«Abbiamo sempre creduto nella possibilità di rilancio dell’attività - commenta il segretario provinciale della Fiom-Cgil, Marco Massari - e quindi siamo soddisfatti di aver raggiunto il primo obiettivo con l’acquisizione da parte di un’altra azienda. I primi operai dovrebbero tornare in fabbrica a settembre e auspichiamo che per i loro colleghi l’attesa non sia troppo lunga».
I sindacati, incassata la prima parziale vittoria, dunque, ora restano alla finestra: i prossimi mesi saranno decisivi per capire la bontà del progetto di rilancio della Prazi.
«Restiamo vigili - dice ancora Massari - e faremo tutto il possibile perché i dipendenti abbiano ciò che gli spetta (stipendi arretrati, ndr) nel più breve tempo possibile. Inoltre se come auspichiamo la produzione riprenderà a pieno ritmo, in tema di nuove assunzione bisognerà dare precedenza a chi ha lavorato con Tecnofer prima dell’inizio della crisi aziendale».
La partita non è affatto finita, anzi, è appena iniziata.
Ecco le tappe della vicenda. Nove mesi prima del “parto” e cioè la promessa nero su bianco di ripartire con la NewCo Canalgrande 84 srl attraverso cui la tedesca Prazi farà tornare in fabbrica i lavoratori della Tecnofer. La doccia fredda sugli 81 dipendenti della storica azienda di Ostiglia leader in Italia nella produzione di coclee e sistemi di movimentazione delle granaglie arrivò a dicembre dell’anno scorso, quando la ditta presentò al tribunale di Mantova richiesta di concordato “in bianco”, riservandosi di presentare entro i mesi successivi un piano di rientro o di ristrutturazione del debito. La protesta dei dipendenti fu immediata e da lì inizio un percorso fatto di scioperi e trattative.
A gennaio, dopo anche l’interessamento a vari livelli della politica, la produzione si riavviò, seppur tra mille incertezze. E infatti seguì la cessazione dell’attività a fine febbraio e la conseguente cassa integrazione per gli operai. Ad aprile iniziarono a girare le prime voci riguardo all’interessamento di gruppi stranieri pronti ad investire a Ostiglia e in estate si è concretizzato il testa a testa tra i tedeschi di Prazi e i brasiliani di Screw. Gli operai che faranno ripartire la Tecnofer a saranno 13, a dicembre erano 68 in più.