Tre ricoveri ogni 10 positivi: ecco tutti i numeri dell'ospedale di Mantova

Il bilancio degli ultimi sei mesi: i contagiati curati e dimessi sono stati finora 1.180. E al Poma sta per arrivare una nuova apparecchiatura che raddoppierà i tamponi. Finora quelli eseguiti sono più di 43mila

MANTOVA. Sono 1.180 i pazienti Covid dimessi dal Carlo Poma nel periodo dal 28 febbraio – quando furono registrati i primi effetti della pandemia nel Mantovano – al 24 agosto, ultima rilevazione eseguita dagli uffici dell’Asst di Mantova. I pazienti Covid dimessi in questi sei mesi di emergenza sanitaria rappresentano il 15% di tutti i pazienti ricoverati nello stesso periodo, che ammontano a 7.638. Rispetto invece al numero cronologico dei positivi registrati in provincia di Mantova ai giorni nostri (3.963), i ricoverati al Poma con Covid e poi dimessi rappresentano il 30%.

Sono i numeri resi noti in queste ore dal direttore generale dell’Asst, Raffaello Stradoni, in occasione del consueto appuntamento per fare il punto della pandemia.

«La progressione dei ricoveri e dei positivi è bene evidenziata nei nostri grafici che mostrano come nei mesi scorsi ci sia sempre stata una diminuzione. Il nostro sforzo – ha precisato Stradoni – ora è quello di cercare di tornare ai livelli di produzione e attività ospedaliera pre Covid. In sostanza vogliamo evitare di non avere una potenza di fuoco sufficiente per le normali patologie, quelle acute e le croniche».

Ma nella pianificazione dei servizi il Poma deve fare i conti giornalmente con una pandemia che non è per nulla scomparsa e che negli ultimi giorni ha leggermente rialzato la testa.

«Il caposaldo è l’esecuzione dei tamponi – riprende il direttore generale dell’Asst –. Agli inizi ci fu polemica perché si diceva che la capacità di esecuzione dei test in Lombardia era bassa. Premetto che in quei giorni ci trovavamo di fronte ad un evento nuovo ed eccezionale e che c'era penuria di tutto. Non a caso il governo istituì una procedura straordinaria con la nomina di un commissario per acquistare presidi di protezione, respiratori e sistemi di esecuzione dei kit e per gli ospedali».

Ed è a questo punto che Stradoni rende noto il numero dei tamponi eseguiti fino a oggi in provincia di Mantova: più di 43mila.

«E continueremo a farli, sempre di più grazie anche al coordinamento con l’Ats Val Padana. La Regione esegue una media di 20mila tamponi al giorno, con punte di 29mila. Ma visto che a breve riapriranno le scuole e molti settori produttivi riprenderanno a pieno regime, Regione Lombardia ci ha chiesto di raddoppiare la capacità produttiva. A Mantova siamo in lista di attesa per ricevere un’ulteriore apparecchiatura che ci consentirà di raddoppiare la nostra capacità quotidiana di esecuzione di tamponi».

Ma per tornare ai livelli di erogazione delle prestazioni sanitarie ante-Covid, la Regione ha dato al Poma anche un altro compito: arrivare ad ampliare il più possibile le prestazioni ambulatori.

«Nel gennaio 2020 eravamo in linea con l’anno scorso – riprende il manager sanitario –. La situazione è precipitata a marzo e aprile. Tra maggio e giugno abbiamo recuperato e sono fiducioso nei numeri di inizio settembre che i nostri uffici stanno elaborando. A giorni ne sapremo di più. Nella nostra unità di crisi abbiamo istituto vari gruppi di lavoro e uno di questi ha proprio il compito di valutare le modalità più opportune per incrementare i servizi per l’utenza».

Riguardo ai numeri dei ricoveri, attualmente al Poma ci sono 26 positivi in Malattie Infettive, contro i dodici di circa tre settimane fa, e due persone in rianimazione ormai da diversi giorni.

«Il virus continua a girare – ammette Stradoni – in tutta Italia e anche in Lombardia. Dopo giugno e luglio e l’inizio di agosto in cui i casi erano molto pochi tanto che speravamo di arrivare allo zero, ahimè abbiamo dovuto registrare altri positivi, la maggioranza casi leggeri trattati solo con l’isolamento domiciliare. Per altri invece si è reso necessario il ricovero in ambiente ospedaliero ma non intensivo, cioè in Malattie Infettive. Qualche preoccupazione resta, anche perché la malattia non ha un decorso breve e di solito ci vuole un po’ di tempo prima di negativizzarsi».

Tema caldo, la riapertura delle scuole. «Siamo preparati per affrontare anche questo importante appuntamento – confessa Stradoni – medici, tecnici e infermieri sono preparati e consapevoli di ciò che devono fare in caso di situazioni critiche. Vorrei però dare un segnale di fiducia a tutti i genitori e ai ragazzi, ricordando di rispettare le regole principali per proteggersi».