In San Barnaba a Mantova conclusi i restauri al prezioso pulpito settecentesco
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In campo la ditta Goffredi: da circa 3 secoli non si interveniva sull’elemento architettonico ligneo disegnato dal Prestinari
MANTOVA. Sembrano di marmo. Invece sono di legno. Ossia, secondo Giorgio Vasari che fa testo in ognidove si parli d’arte, appartenenti a una tecnica minore, che tuttavia a noi amici del legno piace.
Si tratta degli altorilievi inseriti nel pulpito della chiesa di San Barnaba in piazza Bazzani, a metà di via Chiassi, a Mantova. Ora mirabilmente restaurati dalla ditta Stefania Goffredi, sotto la direzione della nostra Sovrintendenza archeologica, belle arti e paesaggio: i colori dominanti sono ocra rossa per la struttura portante e grigio chiaro con venature azzurre (per imitare il marmo) per i tre altorilievi del parapetto.
Certamente non si è risparmiato sull’uso dell’oro: le dorature sono state eseguite alla perfezione dato che lo stato di conservazione risulta davvero ottimo. Dimensioni: altezza totale (da base parapetto a cimasa) cm 407, altezza parapetto 156, larghezza 245, profondità 120.
Il pulpito è del 1729 su disegno del “falegname mantuano” Antonio Prestinari, ma non si sa chi siano i bravi artisti che l’hanno realizzato.
Da allora, da quasi tre secoli, non è mai stato pulito, era onusto di depositi di polvere e nerofumo da candele. Ora risplende, almeno in confronto alla opacità delle altre cose del complesso decorativo ancora da restaurare nella chiesa, opere anch’esse disegnate da Prestinari: cantoria nel braccio sinistro del transetto, fronte d’organo nel braccio destro e “Gabinetto de’ principi” Gonzaga nel lato settentrionale della navata di fronte al pulpito, il quale sta nel lato meridionale a metà navata affinché si possa sentire forte e chiara - l’acustica è perfetta - la parola del predicatore (nel 1729 non esistevano tecniche di amplificazione della voce).
Sul frontale del pulpito, ossia parapetto esterno, c’è Gesù con il braccio alzato verso il cielo, a indicare l’autorevolezza conferitagli da Dio per portare nel mondo il suo regno e incaricare i dodici apostoli, entusiasti, a diffondere la sua Parola nel mondo.
Don Riccardo Gobbi spiega che tra gli apostoli ci sono gli evangelisti Matteo e Giovanni. Gli altri due evangelisti, che apostoli non erano, sono invece uno per parte raffigurati negli altorilievi ai lati del pulpito: san Marco a destra con il leone e san Luca a sinistra con il toro.
La copertura del pulpito è arricchita da una raffinata colomba in volo tra i raggi del sole, simbolo dello Spirito Santo che ispira e illumina i predicatori. Il pulpito è cosa che appartiene al passato? Niente affatto. Don Riccardo dice che l’idea è di riaprirlo per dare importanza all’annuncio della Pasqua nel giorno dell’Epifania. A finanziare il restauro è stato il Lions Barbara Gonzaga di Mantova (Distretto 108 Ib2) nato nel dicembre 1987 dall’idea di un gruppo di signore mantovane che crearono un club solo al femminile. In chiesa, a illustrare il pulpito, oltre a Stefania Goffredi e a don Riccardo Gobbi, c’erano alcune signore del Lions Barbara, tra cui Lavinia Botti del direttivo e la presidente Franca Merighi. Da menzionare è anche il generoso apporto della Ditta Edil Universal di Arber Ndoi che ha fornito gratuitamente il ponteggio per l’esecuzione dei lavori.