Finalmente rinasce il palazzo gonzaghesco: Portiolo esulta e tira un sospiro di sollievo

SAN BENEDETTO PO (Portiolo). È iniziato il recupero post sisma del palazzo gonzaghesco di Portiolo, appartenuto un tempo al ramo di Vescovado insediato nel Cremonese. Conclusasi la dinastia agli inizi del Settecento, la proprietà passò attraverso matrimoni prima ai Colloredo e ai Cavriani, poi ai Norsa e, dal 1904, ai Giovannini e Donelli.

La possente costruzione patrizia, attribuita al fiammingo Frans Geffels (1625/1694), consta di due parti. La più antica è quella che lambisce la strada principale che attraversa l’abitato, con l’alta torre che rappresenta il nucleo primitivo del tutto (1300-1400), dalla quale nel ‘700 venne ricavato l’elegante portone d’ingresso. Ad essa si collega e forma una “L” una costruzione caratterizzata da un susseguirsi di mensole sottogronda, da finestre sovrastate da archi finemente decorati, da una doppia rampa di scale che conduce al secondo portone d’ingresso, sovrastato dallo stemma gentilizio.

Da tempo il prestigioso edificio era disabitato e il terremoto 2012 non aveva fatto che peggiorare una situazione già in degrado. Ora la certezza del recupero riempie d’orgoglio gli abitanti della frazione che, precorrendo i tempi, vedono il loro monumento tornare agli antichi splendori.

Quale sia il clima che si respira in questi giorni a Portiolo lo dicono gli avventori che commentano la vicenda nel bar del centro. I loro discorsi esprimono la contentezza della comunità per l’inizio del cantiere, che dà la certezza del consolidamento di tutta la struttura. C’era il fondato timore che la facciata principale cadesse sulla strada, isolando completamente l’abitato, poiché i sostegni in legno della prima messa in sicurezza erano fortemente ammalorati.

Ora, con l’avvio dei lavori, la gente di un piccolo borgo pregusta il piacere di godere di una bella residenza storica che fa pendant con la chiesa, pure di origine gonzaghesca, che si fa apprezzare per la pregevole architettura e per alcune opere d’arte, come le tele del Bazzani.

Anche il sindaco, Roberto Lasagna, plaude al recupero. «Che la proprietà voglia riqualificare il palazzo – spiega – è molto positivo. L’edificio è caro a tutti i portiolesi perché rappresenta la loro identità e richiama la grandezza del passato. Per la sicurezza sono importanti l’adeguamento sismico e il consolidamento esterno. Non sappiamo, invece, se il finanziamento consentirà anche una totale riqualificazione interna».

Sul destino del palazzo si interrogano pure i residenti. Ci si chiede quale tipo di uso potrà avere una struttura rinnovata. Certamente sarebbe ideale per manifestazioni culturali, convegni, feste, ma non ci si nasconde i problemi. Essendo di proprietà privata è difficile trovare forme di gestione, come è anche di ostacolo il fatto che la frazione sia defilata dalle principali vie di comunicazione. —