La prima ondata la più letale, l’ultima la più contagiosa
Ecco come sono stati affrontati i diversi periodi nei due anni della pandemia. Nei primi mesi 711 decessi, negli ultimi i picchi di positivi ma con casi meno gravi
MANTOVA. La prima è stata la più letale, nonostante il basso numero di casi registrati (ma si tamponavano solo i sintomatici), l’ultima la più contagiosa (Omicron), ma con indicatori di gravità della malattia nettamente più bassi.
Quattro ondate Covid negli ultimi due anni, ognuna con caratteristiche diverse e segnate da un diverso andamento di decessi e ricoveri. Quattro diversi momenti dove l’emergenza coronavirus sul territorio e negli ospedali è stata affrontata con metodologie tarate sui numeri.
La prima ondata (fino al 31 luglio 2020) è stata caratterizzata da meno casi ma più gravi, l’ultima (dal primo agosto 2021 a oggi) ha registrato un numero di casi elevatissimo, ma è risultata la meno aggressiva. Le due in mezzo hanno indicatori più o meno simili. Ecco il quadro generale delle quattro battaglie al Covid.
LA PRIMA
«L’imprevedibilità della prima ondata di epidemia da Covid-19 – si legge nell’ultimo report dell’Osservatorio Epidemiologico dell’Ats Val Padana diretto dal dottor Marco Villa – ha colto il sistema di diagnosi impreparato, per cui nella primavera 2020 si tendeva ad eseguire il tampone diagnostico solo ai soggetti più gravi che accedevano agli ospedali. Questa distorsione nella registrazione dei casi ha comportato che la curva dei contagi della prima ondata sia stata paradossalmente più bassa rispetto a quelle successive, mentre quella dei decessi ha evidenziato tutta la drammaticità della situazione che il nostro territorio ha vissuto a inizio epidemia».
LA SECONDA
Dalla seconda ondata, iniziata nell’autunno 2020, si sono potute confrontare correttamente le curve poiché il sistema di diagnosi si è adeguato, garantendo un numero di tamponi sufficiente al corretto monitoraggio delle positività. Si è notato come la curva della seconda ondata sia salita prima nella popolazione dei giovani e degli adolescenti (dai 14 ai 24 anni), caratterizzati da un bisogno di socialità più marcato, mentre i bambini fino ai 5 anni sono stati i meno coinvolti. La curva degli over 85 è tra le ultime a salire ma si è mantenuta alta fino a mostrare l’efficacia dei primi vaccini somministrati da gennaio 2021, dapprima agli ospiti delle Rsa, poi estesi agli over 80 ed infine a tutti gli aderenti alla campagna vaccinale.
LA TERZA
La terza ondata ha avuto il suo picco intorno a metà marzo 2021 e si è conclusa con l’inizio dell’estate, in modo del tutto analogo a quanto successo nel 2020. E’ inoltre confortante notare che la terza ondata, molto evidente nella popolazione generale, non sia decollata tra gli ospiti e gli operatori delle Rsa a cui è stato offerto il vaccino. Dopo una forte decrescita in tutte le fasce d’età in corrispondenza dell’inizio della stagione calda 2021, si è notato, a partire da luglio, una crescita della curva nella popolazione più giovane, specialmente nei ragazzi tra gli 11 e i 24 anni. Questo eccesso è rientrato nei primi giorni di settembre per poi lasciare spazio alla quarta ondata, iniziata in autunno.
LA QUARTA
La notevole crescita a cui abbiamo assistito negli ultimi due mesi ha portato il numero dei contagi a livelli ben più elevati rispetto a tutte le ondate precedenti. Oggi però tutte le curve sono in veloce decrescita dopo il picco raggiunto durante la prima metà di gennaio.