Secondo le stime di Ats sarebbero oltre 190mila, in prevalenza felini. Come non perderli: mettere il microchip e registrarli all’anagrafe regionale
MANTOVA. Sono poco più di 92mila gli animali di affezione nel Mantovano a cui è stato inserito il microchip e che risultano iscritti all’anagrafe gestita dal ministero della salute, aggiornata una volta al mese dalla Regione Lombardia con i dati provenienti da tutte le Ats.
Secondo i dati dell’Ats Val Padana, i cani superano di gran lunga i gatti, ma non mancano, tra gli animali con cui trascorrere piacevoli ore, i furetti. Questi ultimi sono appena sedici (di cui due a Mantova). I cani sono 78.325 (5.878 in città), mentre i mici 13.801 (2.282 nella sola città). Il dato sui cani è quello più veritiero, anche se ancora tanti proprietari evitano di inserire il microchip nell’animale (una stima parla di circa 94mila Fido presenti nelle famiglie mantovane).
Il numero dei gatti, invece, è quello più lontano dalla realtà: i felini nelle case dei mantovani sono molti di più, circa centomila esemplari secondo le stime. Ciò si spiega con un fatto di natura legislativa. Per i gatti, come per i furetti, non esiste alcun obbligo di iscrizione nelle anagrafi territoriali. In Lombardia c’è l’obbligo di microchippare i gatti e di iscriverli all’anagrafe regionale grazie alla legge regionale 9 del 2019.
Quei microchip in grado di individuarli e identificarli (è molto utile in caso di smarrimento dell’animale) sono stati inseriti nel sottocute per motivi di viaggio, come vuole la normativa: ad averli sono gli animali per i quali i proprietari hanno chiesto il passaporto per portarli con loro all’estero. Fuori dall’obbligo di microchip risultano i gatti sterilizzati delle colonie feline e tutti quelli nati prima del 1° gennaio 2020, la data che fa da spartiacque.
Solo i felini nati dopo quella data, in base alla legge regionale, hanno l’obbligo di registrazione e identificazione con il microchip. Molte associazioni animaliste, in testa l’Organizzazione internazionale protezione animali, continuano a chiedere che anche per gatti e furetti sia introdotto l’obbligo di microchippatura in tutta Italia.
Il microchip viene infatti ritenuto uno strumento efficace sia per combattere il randagismo che per riportare a casa animali smarriti e ridare sollievo alle famiglie che, all’improvviso, perdono le tracce del loro “pelosetto”. Per gli animalisti un modo c’era per tutelare anche i gatti: nel 2011 è stata organizzata un’anagrafe nazionale felina gestita dall’associazione nazionale medici veterinari che registrava, su base volontaria di chi lo richiedeva, i dati identificativi del gatto con microchip.
Tutti i proprietari di felini potevano rivolgersi a un veterinario aderente all’Anmvi per ottenere l’identificazione e la registrazione. Con l’obbligo della registrazione l’utilità di questa banca dati parallela è venuta meno dato che è possibile richiedere l’iscrizione all’anagrafe regionale anche dei gatti precedentemente identificati con il sistema volontario.
Registrati o no, 194mila tra cani e gatti convivono con gli umani: un mantovano su due ne cura almeno uno. E non ne può più fare a meno.
