Storie mantovane: partono per un viaggio a Parigi e lasciano la casa a tre profughi

MANTOVA. Una catena di solidarietà che allunga le sua braccia dalla collina alla Bassa. Sono tanti i mantovani che hanno già raccolto soldi, viveri e vestiti per i profughi ucraini. E molti hanno addirittura aperto la porta di casa per ospitare donne e bambini.

Tra le storie che dimostrano la più alta solidarietà nei confronti di chi fugge dalla guerra c’è quella di due pensionati di Monzambano che da tempo avevano programmato un breve viaggio di piacere a Parigi. Sono partiti per la capitale francese la notte scorsa e poche ore prima hanno consegnato le chiavi di casa a una mamma e alle sue due figlie piccole, appena arrivate a Mantova. «Massima fiducia» hanno detto a chi ha fatto da intermediario con la famiglia di rifugiati e che nei giorni scorsi ha coordinato il loro arrivo.

Ma c’è anche Luigi di Mantova che, pur vivendo in un piccolo appartamento, ha fatto sapere di essere disposto a dormire sul divano e ha offerto la sua camera da letto a chi scappa dall’Ucraina. Storie di estrema generosità di altruismo che si stanno moltiplicando a sedici giorni dall’inizio della guerra. Nicola, residente nell’Alto Mantovano, è partito in camper alcuni giorni fa per andare a recuperare in Polonia una giovane madre con la figlia di quattro anni. In stazione, per caso, ha conosciuto un’altra mamma con una bambina, dirette a Napoli dove hanno trovato accoglienza presso una famiglia.

Sul camper c’è posto e quindi tutti partono alla volta di Mantova con la promessa di un biglietto ferroviario per il capoluogo campano. Ma durante il viaggio la famiglia di Napoli cambia idea e al telefono fa sapere di non avere più posto. Scatta un giro di telefonate, si cercano anche delle brandine per un alloggio temporaneo. Poi, nel giro di poche ora mamma e bimba trovano casa da Elena, a Porto Mantovano. E nello stesso comune Chiara e Dario hanno appena accolto due giovani dottoresse ucraine. Ma oltre a chi offre un letto ci sono tantissimi mantovani che stanno raccogliendo cibo, soldi e abbigliamento. L’insegnante di un liceo ha raccolto denaro che poi ha convertito buoni spesa nei supermercati e non si esclude un allargamento dell’iniziativa all’intera scuola. Chiedono tutti l’anonimato – solo il nome di battesimo – «perché – dicono – Mantova ha un unico grande cuore». Sono privati cittadini, ma nella corsa alla solidarietà ci sono anche Comuni e strutture ricettive. Nell’Alto Mantovano è da sottolineare il grande impegno organizzativo e solidale del Comune di Cavriana, paese dove ieri si sono radunate alcune donne ucraine profughe per preparare piatti tipici del loro Paese e offrirli ai mantovani. Solidarietà anche da parte di due agriturismi di Villanova de Bellis e Borgoforte, che hanno messo a disposizione alcune stanze.