Mantova, addio a Fortunati, maestro dell’immagine

MANTOVA. «Grazie, maestro». A scorrere il diario della sua pagina Facebook, zeppa di fotografie, le parole che compaiono di più sono «grazie» e «maestro». Giovanni Fortunati, che ieri se n’è andato a 87 anni, è stato del resto il maestro di tantissimi fotografi in erba. A tutti regalava il suo talento smisurato e un'infinita pazienza. «Molti giovani sono passati da casa mia, più che la tecnica spero di aver tramandato l’entusiasmo» raccontava un paio d’anni fa alla Gazzetta. Il suo, di entusiasmo, non era venuto meno con l’età: con i suoi occhi da eterno ragazzo, continuava a immortalare persone e luoghi. E non smetteva di esporre: le ultime mostre a Rodigo e al Mad di via Cavour. Presidente storico del Fotocineclub, amico di Gianni Berengo Gardin, alla fotografia non s’era mai dedicato a tempo pieno: aveva lavorato in tribunale e pretura per 40 anni. Molti i messaggi ricevuti dal figlio Riccardo: «È incredibile la manifestazione d’affetto – racconta – a tutti ha lasciato qualcosa, dal punto di vista umano o creativo». A piangerlo gli amici del club fotografico, che lo ricordano «maestro e ispiratore di iniziative, sempre capace di coinvolgere e trasmettere passione». Chi lo conosceva sapeva che era capace di battute argute e barzellette strepitose. La sua ultima burla di andarsene così, però, poteva risparmiarcela. S.Pin.