Strage Suviana, trovato il corpo di un disperso al nono piano: è la quarta vittima. Ricerche complesse: “Avanti al tatto, visibilità nulla”
Intrappolato a oltre 30 metri di profondità sotto terra: al nono piano del palazzo rovesciato della centrale idroelettrica di Enel Green Power di Bargi sul lago di Suviana è stato trovato il corpo di uno dei quattro dispersi. Ancora non si conoscono le sue generalità: la vittima, la quarta individuata, non è stata ancora estratta. […]
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Intrappolato a oltre 30 metri di profondità sotto terra: al nono piano del palazzo rovesciato della centrale idroelettrica di Enel Green Power di Bargi sul lago di Suviana è stato trovato il corpo di uno dei quattro dispersi. Ancora non si conoscono le sue generalità: la vittima, la quarta individuata, non è stata ancora estratta. È uno dei 15 operai che stavano lavorando alla messa in opera della turbina prima che l’esplosione – causata probabilmente da un cortocircuito – trasformasse la centrale in macerie e acqua. Altri tre risultano ancora dispersi: proseguono senza sosta le complesse operazioni dei sommozzatori dei vigili del fuoco: i soccorritori stanno operando nei piani -8, -9 e -10, nelle quali è impiegato un dispositivo di soccorso di 100 vigili del fuoco. Lo scenario che si trovano di fronte “è molto simile alle attività che abbiamo sviluppato nell’ambito della Costa Concordia“, spiega Giuseppe Petrone, responsabile dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco. “È un ambiente a visibilità praticamente nulla, si opera al tatto ed è un ambiente ovviamente che non si presta alle attività di ricerca”.
Da giorni, ha proseguito Petrone, “stiamo facendo tutto il possibile: noi le consideriamo persone in vita e non ci fermiamo mai. Le attività vanno avanti ad oltranza: abbiamo fatto ricerche anche con robot filoguidati dalla superficie”. Solo la stabilizzazione dell’afflusso d’acqua nei piani allagati della centrale ha consentito la ripresa delle operazioni da parte dei sommozzatori: infatti le ricerche sono riprese alle otto di mercoledì sera, dopo una giornata passata a ristabilire le condizioni di sicurezza, e poi proseguite fino a tarda notte.
Ma alla centrale idroelettrica di Bargi una problema è anche “l’inquinamento dell’acqua. Principalmente la notte è stata dedicata alla bonifica da uno strato di acqua che invade i locali dove è avvenuto lo scoppio: in particolare sono stati rimossi quasi totalmente gli olii e gli idrocarburi presenti in superficie”, ha spiegato il luogotenente Duilio Lenzini del centro Carabinieri Subacquei di Genova. “Oggi – ha sottolineato – si alterneranno vari operatori subacquei, scende una coppia per volta. La difficoltà è tutto l’ambiente – ha concluso – La visibilità ridotta e la presenza di parti derivanti dal crollo legato all’esplosione”.
Il ferito grave – “Stefano ha ustioni in tutto il corpo. Non ha lesioni interne e questo può essere positivo, ma per ovvi motivi i medici non possono ancora esprimersi. Non ci resta che pregare e attendere. La speranza di tutti noi è che possa farcela”, ha dichiarato a Il Gazzettino Chiara Badin, la moglie di Stefano Bellabona, 55 anni, il tecnico di Noventa Padovana rimasto ferito nel disastro di Suivana e ricoverato a Parma. “Mio marito – prosegue Badin – era a Bologna già da qualche giorno, è un professionista, non riesco ancora a capire cosa possa essere accaduto. Prego per lui, ma anche per chi non ce l’ha fatta e soprattutto per le persone che ancora risultano disperse“. Bellabona è consigliere delegato della ImpelSystem di Noventa Padovana, società specializzata nel rinnovamento e nella realizzazione di impianti idroelettrici di produzione, tra le aziende impegnate nel collaudo della centrale idroelettrica. Il presidente del consiglio di amministrazione è il fratello Fabio.
L’inchiesta – Mercoledì alcuni familiari delle persone coinvolte sono anche entrati nella centrale, e la Regione Emilia-Romagna ed Enel Green Power hanno attivato il supporto psicologico per i parenti delle vittime. Intanto però la procura della Repubblica di Bologna ha aperto un fascicolo d’inchiesta con le ipotesi di reato disastro e omicidio colposo, per ora contro ignoti. Il Procuratore capo Giuseppe Amato e il pm Flavio Lazzarini hanno disposto alcune perizie per stabilire le cause dell’esplosione e del rogo. Per le indagini verranno sentiti, appena possibile, i feriti più lievi e gli operai rimasti illesi, anche se già ieri gli investigatori hanno raccolto alcune testimonianze.
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