Petar Sucic, il ventiduenne veterano
É iniziato alla grande il campionato 2025/2026 dell’Inter. I nerazzurri hanno travolto, a San Siro, il nuovo Torino di Baroni rifilandogli 5 gol. Già 5, un numero che ritorna, ma questa volta, seppur non avendo la stessa importanza statistica e mediatica, fa sorridere. Tra i protagonisti della serata, per quanto il suo nome non compaia sul tabellino, c’è Petar Sucic, il croato che piano piano si sta prendendo l’Inter.
Petar Sucic, il giovane veterano del centrocampo
Il nuovo arrivato in casa Inter, Petar Sucic, è un classe 2003. Anagraficamente parlando è dunque un giovane rampante che coltiva il sogno di diventare un giocatore importante nel panorama europeo. Un sogno che, a vedere questi suoi primi passi, non è tanto utopistico date le qualità che, già adesso, il croato sta mettendo in mostra.
Arrivato dalla Dinamo Zagabria, per 14 milioni+2,5 di bonus, il neo numero 8 nerazzurro ci ha messo poco per conquistare i palati fini del tifo nerazzurro. Prima oltreoceano, durante il Mondiale per Club, e poi anche qua in Italia, ha messo in mostra le proprie doti calcistiche che l’hanno eletto, già, a idolo della piazza
Ciò che più ha colpito è il sembrare veterano che accompagna le prestazioni del giocatore di centrocampo. Fino ad ora ha dimostrato di sapere sempre qual è la scelta giusta da fare per poter sviluppare al meglio l’azione della propria squadra. L’ha fatto attraverso una tecnica sopraffina che gli ha permesso, molte volte, di mostrare giocate degne di nota, come il dribbling unito al filtrante che ha messo in porta Mkhitaryan, (che ha poi sbagliato), contro il River Plate. Già in questo scorcio di stagione ha dunque fatto capire di saperci fare
Una prima alla scala da 8
Sucic è sceso in campo da titolare anche nella prima sfida di campionato disputata al Meazza. Non sapremo mai quanto la squalifica di Calhanoglu abbia inciso rispetto alla sua titolarità, ma sappiamo con certezza che il numero 8 ha sfornato una prestazione degna del numero di maglia che porta sulle spalle
E’ stato un giocatore totale, attivo nelle due fasi. A fine gara le sue statistiche parlano di numeri da top del ruolo. 91% dei passaggi andati a buon fine, tra questi si annoverano due chiave, tra cui l’assist a Thuram e a questi ha aggiunto 4 tiri, tre recuperi palla e una grande occasione creata a cui Israel è riuscito a rispondere presente: il gol sarebbe stato la ciliegina. Ripercorrendo le orme di Brozovic, è anche risultato essere il giocatore che ha corso di più sul terreno di gioco, 10,22 km. La sensazione, rispetto al suo predecessore croato è che Sucic sia presente in maniera più costante nello svolgimento della partita, mentre il 77 aveva alcuni passaggi a vuoto di distrazione e disattenzione
La prestazione del giocatore è stata più che positiva. Per la Gazzetta è stata da 8, altri quotidiani si sono stanziati sul 7,5, ma la sostanza cambia di poco se non per nulla. Non è certo lo 0,5 in più o in meno a cambiare le sensazioni che si hanno intorno a questo giovane che ha scelto di vestire i panni del veterano creando un grande dubbio all’allenatore Cristian Chivu: si può lasciare fuori uno così?
Il rebus legato al ruolo….
Il rebus che si è creato, soprattutto dopo questi primi 90 minuti, è legato al ruolo del giocatore. Dove rende meglio? Proviamo ad andare con ordine
Già rispetto alle amichevoli estive Sucic, contro il Torino, è salito di rendimento e già rispetto ad allora ha cambiato, leggermente, ruolo passando da mezz’ala sinistra a mezz’ala destra, lui che è un destro naturale. L’assenza, per squalifica, di Calhanoglu l’ha portato a traslocare sulle zolle di terra a lui, in apparenza, più congeniali. Il ritorno del turco cosa comporterà?
Verosimilmente Barella tornerà nel suo ruolo naturale di mezz’ala destra mentre il numero 20 tornerà a governare in mezzo al campo facendo girare l’orchestra. Questo porta alla naturale conclusione che rimarrà solo un posto che si contenderanno Mkhitaryan e Sucic stesso. Lo scontro è totalmente ad armi pari e, azzardiamo, che Chivu potrebbe preferire la totalità del croato alla sapienza dell’eterno armeno, prezioso sostituto da usare a gara in corso. Una preferenza dettata anche da quel processo di rinnovamento che la società nerazzurra sta provando a portare avanti La chiave di lettura che ci viene da proporvi è un’altra… In un lungo ponte che porterà al 3-4-2-1, si potrebbe vedere Sucic alla destra di Calha e Barella alla sua sinistra, (un po’sacrificato), progettando l’avanzamento del numero 20 sulla trequarti con un congiungimento tra l’8 e il 23….classe e muscoli al potere. Sucic potrebbe fare anche il regista, a modo suo, nel 3-5-2, ma viene difficile immaginare un Inter senza Calha, è più bello pensare una squadra con due potenziali registi con buona pace di un armeno utile a gara in corso
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