"Nelle case di riposo del Veneziano contagiati 243 ospiti e 106 operatori"
Ecco i numeri dei sindacati: "Negli Ipab una situazione esplosiva, serve una cabina di regìa provinciale per affrontare l’emergenza"
MARCON. Case di riposo, continuano a crescere i contagi. È sempre più preoccupante la situazione delle residenze per anziani, fatto che rappresenta una sofferenza non indifferente per i famigliari degli ospiti, costretti a vedere i loro cari in videochiamata, con il contagocce, senza sapere come stanno davvero. E un problema per le strutture, in evidente stato di difficoltà, inadeguate ad affrontare una simile situazione.
«Nel nostro territorio abbiamo positivi 243 ospiti e 106 operatori» i dati forniti dalla Fp Cgil. Il che sta a significare un notevole aumento rispetto al giorno prima. «L’Usl sta monitorando le Ipab su indicazione della Regione» spiega la Cgil. «Siamo fortemente preoccupati e come sindacato anche noi stiamo vigilando sui centri servizi e stiamo incalzando incessantemente le Istituzioni affinché si costituisca un tavolo di coordinamento provinciale per affrontare tutte le problematiche che stanno interessando queste realtà. Lavoratori ed ospiti non possono essere lasciati soli».
Casi in crescita nella Residenza Venezia di Marghera: dopo il decesso di un ospite ricoverato all’Angelo avvenuto qualche giorno fa, nelle scorse ore sono finiti nei centri Covid diversi ospiti. Ieri la direzione della struttura ha scritto una lettera al comitato dei famigliari, in cui cerca di tranquillizzarli sulla situazione, assicurando che si stanno impegnando al massimo per fronteggiare la situazione.
«A Mestre il problema sta esplodendo e siamo preoccupatissimi» commenta Francesco Menegazzi Segretario Uil Fpl Venezia con delega alla Sanità. «I casi stanno aumentando sia al Centro servizi Contarini della Gazzera che al San Lorenzo di Venezia, anche noi non siamo convinti del kit rapido». Dopo Mira, Chioggia e Fiesso d’D’Artico, insomma, i focolai si stanno accendendo in terraferma.Al Centro Nazareth di Zelarino c’è un’operatrice ricoverata in terapia intensiva, il cui marito è intubato.
«Gli operatori delle case di riposo non ce la fanno più» commenta Italia Scattolin Fp Cgil, «sono stati chiamati a reggere questa emergenza con responsabilità, i tantissimi casi di positività degli operatori si traducono in carichi di lavoro esorbitanti tra chi rimane ad operare. Ricordo che parliamo di persone che hanno paura, famiglie in cui moglie marito dormono separati, insomma insostenibile. Dai lavoratori loro arriva un grido di aiuto, soprattutto perché non si possono lasciare gli anziani da soli». Conclude: «Le amministrazioni delle Rsa, assieme ai comuni e alle e Usl stiano sul territorio dentro alle strutture per monitorare il rispetto dei protocolli. Oltre ai tamponi ai dispositivi di protezione serve più personale per sostenere gli operatori stremati». —