Merletti e gioielli: al Comune di Venezia due milioni di donazioni, ecco chi sono i benefattori

Pannelli coperti di foglia d’oro, antichi merletti di Burano, abiti d’inizio secolo, dipinti, vetri preziosi, gioielli: opere d’arte di ogni fattura e oggetti tradizionali per la costruzione di barche da regata.

Sono 49 le donazioni fatte da artisti e privati collezionisti nel solo 2023 a favore del Comune di Venezia e da questo assegnate alla Fondazione Musei Civici, per un valore che sfiora i due milioni di euro. Ne fanno un dettagliato elenco tre delibere con le quali la giunta – nell’accettare i doni artistici – «esprime ai soggetti donanti i più vivi apprezzamenti, per la generosità dimostrata nei confronti della Città di Venezia».

Un solo collezionista, che ha voluto restare anonimo, ha donato 216 opere per un valore stimato in oltre un milione di euro.

Per il resto, si tratta di un elenco ricco di curiosità e generosità, che rivela patrimoni di arte e cultura. Detto che ogni opera, ogni oggetto, ogni donazione ha un valore in sé, come testimonianza storica o atto artistico, ce ne sono alcune che attirano l’attenzione. Così la signora Maria Bulli ha donato 14 opere dell’artista Guido Sartorelli per 131 mila euro di valore.

I signori Paola Brunello e Francesco De Majo hanno regalato alla collettività tre bottiglie di vetro dell’artista Yoichi Ohira della serie “Venezia e l’Oriente” (24 mila euro).

L’artista Guido Peruz ha formalizzato la donazione della sua “Qoèlet” (valutata 100 mila euro), opera che già da alcuni anni è esposta nella Chiesetta del Doge a Palazzo Ducale: 72 tavole ricoperte da foglia d’oro, divise in due pannelli, che riportano il testo biblico scritto da Qoèlet, figlio di Davide, re di Gerusalemme, che inizia con le parole: “Vanità delle vanità, tutto è vanità”.

Il pittore Marco Petrus ha donato il suo dipinto “Villa Fleurent” (stima 30 mila euro). Molte poi le donazioni nel campo della “moda” storica.

La maestra merlettaia Maria Bisacco ha regalato al Comune 166 tra abiti e composizioni in merletto per 50 mila euro; “manufatti tessili” della stilista veneziana Franca Polacco per 20 mila euro di valore sono stati lasciati dalla signora Donata Dante Polacco; disegni per il ricamo e nuvole di tulle della storica ditta veneziana Olga Asta (che aveva le vetrine in piazza San Marco) e un completo matrimoniale degli anni Trenta sono stati donati dalla signora Edda Laudi, mentre Donatella Boscolo Meneguolo ha lasciato ai Musei Civici un abito da sposa degli anni Venti. Un nucleo di 280 pezzi d’abbigliamento dalla fine degli Anni Sessanta ai giorni nostri (per un valore di oltre 50 mila euro) sono stati donati da Laura Antonietta Mirè.

E 70 mila euro valgono anche i tessuti realizzati al telaio dalla tessitrice Elda Pavan Cecchele e donati da Daniera e Maria Angela Cecchele.

Tra i doni, oro, “conterie” e ferro: due collier “Capricci” dell’orafo Alberto Zorzi; “Hisho” opera dell’artista Minako Shimonagase in perle conterie (15 mila euro) donato dal signor Takano Kyoto; una serie di strumenti utilizzati per realizzare barche tradizionali usati per la voga offerti dal signor Alfio Galli.

A 80 mila euro ammonta il valore delle opere in vetro e ceramica della collezione donata da Delfo e Luciana Utimpergher con atto testamentario. E – sempre cogliendo qua e là, di opera in opera – il piccolo padiglione di legno “chaord” (formato da “chaos” e “order”) posizionato all’interno di Forte Marghera in occasione della Biennale di Architettura e donato dalla Sweet Water Foundation.