Camponogara, rapper trovato senza vita: indagato un 22enne
foto da Quotidiani locali
C’è un iscritto nel registro degli indagati per la vicenda della morte del rapper 21enne Cristian Trolese, trovato senza vita nella casa dove abitava a Camponogara lo scorso 5 gennaio.
Si tratta di un 22enne di origini albanesi, arrestato sabato, nel giorno dell’Epifania, nel centro commerciale Nave de Vero. A mettergli le manette ai polsi sono stati i carabinieri che, durante un controllo, hanno trovato 305 dosi di cocaina nella sua automobile.
L’arrestato
Un controllo che si è rivelato per nulla casuale, quello dei carabinieri. Dopo la morte di Trolese, i militari avevano verificato gli ultimi contatti telefonici del rapper. Da qui, erano infine risaliti al 22enne, arrivato dall’Albania pochi mesi fa e attualmente alloggiato in un bed&breakfast in provincia di Venezia.
Sabato scorso, 6 gennaio, un paio di giorni dopo la morte di Trolese, ecco l’appostamento dei militari nel centro commerciale mestrino a cui è seguita la perquisizione dell’automobile del 22enne.
Scoperte le 305 dosi di cocaina, pari a 135 grammi, per lui sono scattate le manette.
Ieri, davanti alla gip Defazio, si è tenuta l’udienza di convalida dell’arresto e per il 22enne, difeso dall’avvocato Vincenzo Di Stasi, si sono aperte le porte del carcere.
L’accusa che gli è valsa la galera in attesa del giudizio - è bene ricordarlo - è di detenzione di stupefacente in dosi massicce.
Starà alla Procura provare il collegamento con la fine del rapper di Camponogara, vicenda per la quale il22enne albanese è al momento indagato con l’accusa di morte come conseguenza di altro delitto, prevista dall’articolo 586 del codice penale.
La ricerca dello sballo
Nessuna ipotesi di accusa, per il momento, relativa a eventuale istigazione al suicidio né alcun riscontro degli investigatori sulla presenza, in quella notte drammatica, di altre persone in compagnia di Trolese.
Il contesto problematico, di grande solitudine, in cui è avvenuto il fatto infatti lascerebbe pensare sì ad un gesto volontario ma finalizzato alla ricerca dello “sballo” e non a istinti suicidi. In questo senso, andrebbero lette anche le frasi pubblicate sui profili social del ragazzo che in realtà riprendevano pezzi di canzoni.
Sta di fatto che risposte più precise sono attese dall’autopsia che la Procura di Venezia disporrà tra la giornata di domani 10 e di giovedì 11 gennaio sul corpo del ragazzo. L’esame potrà rivelare se a risultare fatale sia stata l’assunzione di droga o l’aver ingerito, insieme a stupefacenti, anche dei farmaci.
Non era un mistero, purtroppo, che avesse una serie di problemi legati a dipendenza. Il 21 enne aveva studiato all’Egim di Mirano, ma la sua vera passione era proprio la musica rap. Trolese viveva nella casa dei nonni, a Camponogara. Il nonno del giovane era scomparso l’anno scorso, ora condivideva l’appartamento con la nonna. Orfano di papà, la madre di Trolese risiedeva da tempo in un Comune del padovano. —