Tangenti casa di riposo, Comune di Santa Maria di Sala parte civile nel processo
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foto da Quotidiani locali
Nuova udienza e nuovo rinvio (al 25 marzo) per l’udienza preliminare chiamata a decidere il futuro processuale dei dieci indagati nell’inchiesta per corruzione e abuso d’ufficio che aveva portato all’arresto (tra gli altri) degli ex sindaci del Comune di Santa Maria di Sala, Nicola Fragomeni e Ugo Zamengo.
Il caso – si ricorderà – è quello di un presunto giro di tangenti che secondo la pubblico ministero Federica Baccaglini sarebbero state pagate agli amministratori per favorire cambi di destinazione d’uso dei terreni, da agricoli ad edificabili.
Ieri, l’udienza si è aperta con il rinnovo della richiesta da parte dell’avvocato Ernesto De Toni (legale dell’imprenditore e manager della sanità Battista Camporese, deciso a difendersi a processo se sarà rinviato a giudizio) di dichiarare nulle la gran parte delle intercettazioni, per le quali la Cassazione ha ritenuto non vi fosse la necessaria autorizzazione alla proroga.
La pm Baccaglini ha prodotto la documentazione che attesterebbe le avvenute autorizzazioni alle indagini. Atti che la giudice Defazio si è riservata di vagliare. L’avvocato Stocco, legale dell’architetto Marcello Carraro – accusato di essere il professionista di riferimento del gruppo – ha depositato documentazione che proverebbe i rapporti professionali che legavano l’architetto all’amministrazione comunale in una serie di lavori, compresa la realizzazione della casa di riposo, sotto una diversa amministrazione.
La Procura ha chiesto termini per poter valutare la documentazione e replicare.
Così l’udienza è stata aggiornata. A marzo saranno formalizzate anche le richieste di patteggiamento, sulle quali difese e Procura hanno raggiunto un accordo, che dovrà comunque passare al vaglio della gup Defazio, alla quale spetta l’ultima parola.
Per l’ex sindaco ed ex presidente del Consiglio comunale Nicola Fragomeni – accusato di essere il vertice del gruppo do ut des e anche di abuso d’ufficio per aver piazzato ai Comuni limitrofi e a società pubbliche (nei primi mesi del Covid) migliaia di mascherine commercializzate dall’azienda di famiglia – l’avvocato difensore Renzo Fogliata ha concordato una pena di 4 anni di reclusione.
Sempre che ne frattempo il governo non abbia completato l’iter per cancellare – come annunciato – il reato di abuso d’ufficio, che porterebbe a una pena inferiore. L’ingegnere Ugo Zamengo (a sua volta ex sindaco ed ex consigliere comunale), ritenuto dall’accusa il bracco operativo, con l’avvocato Luigino Martellato si appresta a patteggiare 2 anni e 8 mesi.
Due anni quelli concordati per l’ex dirigente dell’ufficio tecnico del Comune Carlo Pajaro, che ha anche annunciato l’intenzione di risarcire il Comune