Concessioni balneari, il sindaco di Jesolo cerca la mediazione: «Vertice tra vincitori e sconfitti»
«Adesso torni la serenità a Jesolo, basta scontri». Il sindaco, Christofer De Zotti, finora non era mai intervenuto sulle concessioni demaniali. Lo fa per rispondere al senatore Gasparri di FI che aveva parlato di imprenditori, facendo riferimento a Mario Moretti Polegato, che arrivano per prendersi le concessioni.
«Abbiamo tutelato le nostre spiagge da multinazionali o realtà esterne», sottolinea. «Alle gare hanno partecipato operatori e imprenditori che lavorano a Jesolo». E, infatti, Polegato è proprietario dell’hotel Casa Bianca, gestito con gli albergatori Menazza che, assieme ad Alessandro Berton, hanno avuto la concessione per la Umg 5, da piazza Brescia a piazza Mazzini.
«È necessario riportare i fatti alla realtà, smentendo le mistificazioni», premette, «perché a farne le spese è l’immagine della città. Chi ha voluto mettere in piedi una campagna di discredito dovrebbe farsi un esame di coscienza. Anche chi, solo pochi giorni fa, dipingeva come ottima la Legge 33, salvo poi cambiare idea. Non ci sarà alcuna rivoluzione in estate, nessuna esplosione di costi degli ombrelloni. Sono vicino a chi ha speso una vita in spiaggia. Ora, come hanno affermato le categorie, è il tempo della saggezza e responsabilità. La responsabilità sta in capo a chi ha perso, ma anche a chi ha vinto. In settimana li convocherò per capire come intendono procedere».
De Zotti spiega che la legge 33 si attiva su istanza dei privati e non per impulso del Comune. «Una scelta fatta anni or sono, come in tutti i Comuni della costa e con la partecipazione degli operatori. Tutte le principali spiagge della costa veneta stanno percorrendo gli stessi procedimenti».
Poi la chiosa: «Già la precedente amministrazione sedeva con un legale al tavolo sovracomunale», dice «Ciò sconfessa chi oggi vive di “non ricordo”. Il piano dell’arenile andava approvato perché lo strumento era già stato prorogato e sarebbe scaduto a fine 2023. Le aggregazioni erano indicazioni date dal Pat, ma qualcuno non ha voluto farlo, per convenienza elettorale. L’unica strada per tutelare i più piccoli. La concorrenza si è allora creata tra operatori locali: questo crea dispiacere perché non è stato un segnale di maturità e coesione. Su questo dobbiamo fare una riflessione e capire».