Effetto Banksy a Mestre: in arrivo i bandi per i murales nella terraferma
Effetto Banksy, tutti in terraferma se lo aspettano dalla mostra che si apre venerdì (giovedì la presentazione) al museo M9 di Mestre. Per ora il dibattito cittadino diventa frizzante quando si parla di Mestre come location perfetta per l’arte urbana, capace di rigenerare.
Artisti come “Zero Mentale” dalle pagine del nostro giornale lo dicono a chiare lettere. «Mestre avrebbe le carte in regola per farlo», dice l’artista padovano. «I muri non mancano, gli artisti nemmeno, serve la volontà». Che passa per una regia politica, ricorda l’architetto Gianfranco Vecchiato che ha pronto, in attesa di un sì, il suo progetto di murales storici nel centro di Mestre. Tutto fermo per ora. Ma qualcosa si muove. Lo spiega Giorgia Pea, consigliera comunale fucsia con delega alla cultura.
«L’amministrazione comunale è al lavoro. In primis per emanare dei bandi per mettere a disposizione di artisti muri da dipingere in città. Poi si lavora al recupero di vecchie opere da risanare, come i murales di Sacca Fisola. E poi sono allo studio interventi diffusi, da Chirignago fino al rione Pertini a Bissuola, oppure nell’area del parco Albanese. Insomma i progetti sono in dirittura d’arrivo ma si cerca di agire con delle regole».
Pea sul tema street art e arte urbana è convinta che è arrivato davvero il momento di un investimento a Mestre.
«Fosse stato per me, io avrei già spinto molto sull’arte urbana prima di oggi. Del resto esempi ne abbiamo già in città: dalla parete gialla del cinema Dante, la parete realizzata in via Costa (il murale sul Lab di Altobello), il sottopasso dipinto di via Castellana ai Quattro Cantoni o i murales americani dietro l’ex macello di via Torino). Ho anche molto apprezzato i murales realizzati sulle pareti del perimetro dell’ex Umberto I dai ragazzi di Pandora. Per fortuna non sono stati cancellati. Credo sia giusto investire nell’arte urbana, ci sono tantissimi spazi da utilizzare».
L’ente pubblico deve fungere da regia per colorare le pareti delle città. E il progetto oggi ha ancora più senso, dice la delegata della maggioranza di centrodestra, dopo i tanti progetti di Brugnaro sull’arte in terraferma. «La cultura è delega che il sindaco segue con attenzione e progettualità. Altro che il nulla dei suoi detrattori. Ci sono le mostre a Forte Marghera come Artefici del nostro tempo che offre spazio agli artisti più giovani; ci sono le attività – importanti – della Biennale. Ci sono i progetti della Fondazione musei civici». L’ultimo è recente: l’ex emeroteca di via Poerio che al piano terra ospiterà un Caffè letterario e sopra avrà atelier di giovani artisti. Il museo M9 sta di fronte. Oppure il progetto, sempre a Forte Marghera, delle mostre d’arte di Circolo Veneto e Domus Lab, con opere d’arte, sculture, dipinti, installazioni di una trentina di artisti.
Mestre è matura per aprirsi all’arte contemporanea e all’arte sui muri, in grande stile. Lo hanno capito tanti privati, come l’ostello Anda che ha fatto dipingere la facciata agli artisti Peeta e Jouys. Oggi il museo M9 che si prepara ad ospitare la mostra di Banksy è l’unico edificio “votato” al colore in un centro cittadino decisamente grigio. Come a Caivano qui l’effetto non può che essere positivo. E attirare visitatori. E infatti c’è attesa – va detto – anche nell’economia cittadina.
Claudio Scarpa, direttore dell’Associazione Veneziana Albergatori: «Banksy è un artista molto importante e amato e l’iniziativa del Museo M9 sarà certamente apprezzata. Al momento non vediamo un effetto sulle prenotazioni ma c’è tempo. L’esposizione è aperta fino a giugno e sicuramente nei prossimi mesi arriveranno tante prenotazioni nelle strutture di Mestre».