Trasfusione errata a Venezia, risarcimento milionario agli eredi dopo 52 anni

Una trasfusione di sangue errata nel 1972. La scoperta di aver contratto l’epatite C e di aver trasmesso la patologia al marito. L’insorgere della malattia prima e la morte di entrambi, poi. Le cause intentate dai familiari e, infine, i risarcimenti milionari. Arrivati a distanza di cinquantadue anni. L’ultimo tassello di questa lunga e complessa vicenda giudiziaria che ha coinvolto una famiglia veneziana, residente a Dorsoduro, è la sentenza di primo grado con cui il tribunale di Venezia ha condannato il comune di Venezia a liquidare il danno per la morte nel 2017 di un settantenne.

Sono 936 mila euro, poco meno di un milione: questa la cifra che il Tribunale ha riconosciuto agli eredi che avevano intentato causa, chiamando il Comune a risponderne. Il Comune, e non la Regione Veneto o lo Stato, perché è bene ricordare che i fatti risalgono a prima della riforma del 1978 che istituì il servizio sanitario nazionale e prima ancora che la competenza passasse in mano alle Regioni.

Fatto sta che tutto nasce, appunto nel 1972, da una trasfusione di sangue rivelatasi poi errata in seguito a un ricovero presso l’ospedale Civile di Venezia ai danni della moglie dell’uomo.

Pur senza accorgersene, la donna contrae l’epatite C. I cui sintomi le vengono diagnosticati solo nel 1992. Una malattia, trasmissibile per più di una via (asciugamani, bottiglie, posate, bicchieri), che nel corso degli anni viene poi diagnosticata anche al marito. Il quale tuttavia ha un decorso più lento. Fatto sta che la donna muore nel 2009 a causa di un epatocarcinoma conseguente a cirrosi epatica determinata da una epatite C. La stessa identica malattia che costa la vita al marito, nel novembre del 2017.

Nel frattempo, però, le figlie della coppia hanno già intentato causa per ottenere il risarcimento dal Comune per la morte della madre. Una causa che – tanto in primo grado quanto in appello – le vede vincitrici. Le due eredi riescono infatti a ottenere un risarcimento complessivo di circa un milione di euro per la morte e di altri 570 mila euro per la malattia della donna. Dopo la morte del padre, un’altra causa viene intentata allo scopo di ottenere il risarcimento anche per la scomparsa del padre provocata, a detta delle due figlie difese dall’avvocato Enrico Cornelio, per la trasmissione della malattia da parte delle madre. Tesi, questa, contestata dal Comune di Venezia e dai suoi legali, secondo cui il nesso causale della trasmissibilità della malattia non poteva essere sufficientemente provato.

Di diverso avviso, però, il Tribunale di Venezia che ora dovrà decidere anche sul risarcimento per i danni provocati dalla malattia.