Un infortunio sul lavoro ogni 45 minuti nel Veneziano: terziario ed edilizia si contendono il primato
Gli infortuni in provincia di Venezia, nel 2023, sono stati 11.700. Gravi o lievi, non è dato sapere la prognosi, hanno interessato 7.438 uomini e 4.262 donne. Basta un semplice calcolo per evidenziare la portata del numero.
Trentadue infortuni al giorno
La media è di 32 infortuni al giorno nella nostra provincia. «Uno ogni 45 minuti», ribadisce dal sindacato il segretario della Cgil, Daniele Giordano. È un dato di rilievo quanto quello delle morti sul lavoro, 39 in Veneto nel 2023, con Venezia seconda (19 decessi) in questa tragica classifica dopo Verona (25 decessi). Il poco invidiabile podio è completato da Treviso con 14 decessi.
Tanti di più, però, sono lavoratori e lavoratrici che rimangono feriti, spesso con danni invalidanti o che li rendono inabili al lavoro. I dati arrivano dalle elaborazioni di Cgil Venezia e Uil Veneto, su fonti Inail, in occasione della mobilitazione nazionale di ieri dopo le morti nel cantiere dell’Esselunga di Firenze.
L’identikit
Degli 11.700 infortuni denunciati, la maggioranza (9 mila) riguarda italiani. Alto il numero di under 35 (oltre 4.500) e di persone fino ai 55 anni( 5 mila). Il macro settore più interessato è il terziario, in cui si sono registrati 3.351 casi in una provincia dove oggi l’economia è sempre più legata a turismo e commercio piuttosto che all’industria, seconda nella classifica degli infortuni seguita dall’artigianato. Hanno visto rispettivamente 2.760 e 950 infortuni, ma molti sono gli eventi di difficile attribuzione: 949 infortuni sono registrati come “altre attività” e 3.690 non sono stati definiti.
I comparti più a rischio
La maglia nera del settore con più infortuni è le costruzioni, con 915 eventi, seguito dai metalmeccanici (891) e da trasportatori e magazzinieri (827). «Questi dati dovrebbero mettere in luce la necessità di rafforzare le attività di controllo e di prevenzione, nonché la necessità di fermare il sistema dei subappalti a cascata, che di fatto scarica la responsabilità della sicurezza su lavoratrici e lavoratori», spiegano assieme i segretari Daniele Giordano e Igor Bonatesta.
La voce del sindacato
Il segretario della Cgil evidenzia altri dati. «È evidente che anche nel settore privato occorre inserire il sistema di regole che vi è negli appalti pubblici dove per esempio è presente la figura del Rup, il responsabile unico di procedimento. Nel privato tutto questo non esiste». Ancora, aggiunge il sindacalista, «ci sono stime che indicano che in media una azienda subisce un controllo ogni sette anni. Ma se la vita media di tante aziende è di massimo 6 anni viene da pensare. C’è chi i controlli non li ha mai visti».
Mentre i dati dei controlli dell’Ispettorato del Lavoro, prosegue Giordano, «evidenziano che sette controlli su 10 vedono evidenziate irregolarità». Da qui l’appello di Cgil Venezia e Uil Veneto per nuove regole negli appalti, più formazione in tema di sicurezza, aumento degli organici dello Spisal e dell’Ispettorato del Lavoro. «Chiediamo anche che venga subito attuato il Protocollo, sottoscritto in Prefettura, che ha coinvolto Sindacati, Istituzioni, Istituti, Usl e rappresentanti delle imprese. Rafforzare la sicurezza nei luoghi di lavoro», proseguono Giordano e Bonatesta, «potenziare le misure di prevenzione e sradicare una cultura che non mette al primo posto l’eliminazione dei rischi, deve essere una priorità condivisa». E in questa sfida, dicono, devono essere in prima fila anche datori di lavoro e gli enti locali.