Caos concessioni tra imprenditori dimessi e ricorsi al Tar
foto da Quotidiani locali
«I ricorsi al Tar sono la naturale conseguenza della mancanza di aperture sufficienti alle imprese seconde classificate quali potenziali nuovi soci o partner». Il professor Maurizio Interdonato, conosciuto commercialista veneziano e docente universitario a Ca’ Foscari, legge in controluce quello che sta accadendo a Jesolo, spiaggia sotto i riflettori per l’applicazione della legge regionale 33 per l’aggiudicazione delle concessioni demaniali. I ricorsi sono, ormai, più di una decina. E, dopo il clamoroso annuncio dello stabilimento Marconi, Umg 7, potrebbe arrivare quello della 5, Stabilimenti Centrali Scarl, dove echeggia il nome dell’ex sindaco Renato Martin, presidente di uno dei consorzi nella Umg, aggiudicata alla Cbc Srl, società di cui fanno parte gli albergatori Menazza, l’imprenditore Alessandro Berton e la famiglia Moretti Polegato.
Il presidente della Scarl, Michele Fontebasso, si è dimesso perché, come altri imprenditori, sta per entrare nella futura società concepita dalla Cbc Srl per la futura gestione della spiaggia con una suddivisione in quote di partecipazione a fronte di un investimento di oltre 7 milioni di euro. Ma Martin, assieme ad alcuni titolari di chioschi sta pensando di seguire la strada imboccata dal consorzio Marconi.
«C’è stata una sostanziale apertura da parte di chi si è aggiudicato le concessioni», riflette il professor Interdonato, «ma molti aspetti sono da chiarire. Ad esempio, la circostanza che le trattative siano state condotte direttamente con i consorzi, che dopo le gare dovrebbero sciogliersi, può creare problemi di successione nei rapporti giuridici. Inoltre, le aperture ai nuovi soggetti interessati potrebbero essere state giudicate insufficienti perché parziali e con condizioni riservate ai nuovi entrati limitate nel tempo, uno o due anni. Ricordiamo che, trascorso il termine di 60 giorni per l’impugnazione dei provvedimenti di assegnazione, non si potrà più presentare ricorso. Dovevano essere aperture generalizzate ed equanimi, sotto il profilo delle condizioni, a tutti gli interessati: albergatori, titolari di chioschi, proprietari di appartamenti. Nel caso non sia stato così, il dissenso appare inevitabile e, quindi, anche i ricorsi al Tar».
Sono ormai una decina abbondante i ricorsi al Tar del Veneto che entro un mese si pronuncerà. «Potrebbe farlo con una sospensiva», conclude, «In tal caso, se ne fosse concessa una, per motivi dedotti anche negli altri procedimenti giudiziari avviati, ne potrebbero seguire altre, ma solo per i procedimenti avviati. In tal caso, la pronuncia cautelare del giudice amministrativo determinerebbe l’applicazione dei medesimi assetti concessori precedenti ai percorsi di evidenza pubblica, considerando anche la proroga Draghi, sino alla definizione delle controversie nel merito».