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Opera in tre Atti | I movimenti di Avellino-Empoli

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Moderato

Dalla polvere di Chiavari all’altare di Avellino sono passati appena venti giorni. Sembra trascorso un secolo. Eppure, se non era il caso di abbandonarsi a esagerati disfattismi ieri, sarebbe inopportuno lasciarsi irretire da facili esaltazioni oggi. Non eravamo malati cronici prima, non siamo definitivamente guariti adesso. Limitiamoci a dire che i 6 punti ottenuti con pieno merito con Catanzaro e Avellino consegnano una classifica decisamente più serena agli azzurri, consentendo agli uomini di mister Dionisi di lavorare con maggiore fiducia in vista degli impegni futuri. Il tecnico amiatino, all’indomani della debacle di Entella, aveva puntato il dito sulla mancanza di spensieratezza del gruppo, interpretando le negative prestazioni alla stregua di una sorta di blocco mentale che paralizzava la squadra. Dopo aver avuto la possibilità di lavorare a pieno regime nel corso di tutta la settimana, senza l’ansia di preparare un match ogni 3/4 giorni, Dionisi sembra aver restituito ai suoi ragazzi quella leggerezza venuta mancare nel corso del primo scorcio di torneo.

Andante

Due indizi non fanno una prova ma la generosa prestazione con il Catanzaro e la prova di forza del Partenio mostrano una decisa discontinuitá con il passato ante Dionisi e con le primissime esibizioni con il coach di Piancagnastaio in panchina. L’Empoli che ha dilagato 3-0 al Partenio non ha operato alcun stravolgimento tattico. Lo scarto evidente è dato da una maggiore concentrazione e da una crescente attenzione tattica. È l’approccio mentale a fare la differenza in un campionato complicato e spesso inestricabile come quello cadetto. Fin dalle battute d’avvio, si è avuto subito la sensazione di un Empoli superiore all’Avellino per livello tecnico e organizzazione di gioco. La cerniera di centrocampo ha funzionato alla perfezione, offrendo a un ispiratissimo Elia e a un Moruzzi in crescita esponenziale la possibilità di ispirare la manovra coinvolgendo in modo proficuo le corsie laterali. Non a caso è proprio da una combinazione che ha visto protagonisti gli esterni che si è materializzato il vantaggio azzurro. A danzare tra le linee un ottimo Saporiti, abile a ripagare la fiducia accordatagli da Dionisi con una raffinata giocata di interno destro e una prova di grande generosità e spessore tecnico.

Allegro

Capita così che la difesa dell’Empoli, sempre perforata nelle prime 11 di campionato, riesca a mantenere inviolata la porta di Fulignati per due gare di seguito. È forse questo il dato più significativo per una squadra che ha sinora fatto una fatica immane per non esporsi alle intemperie avversarie. Nessuna modifica all’assetto tattico della squadra, solo una maggiore accortezza difensiva, acuita dalla duttilità di Moruzzi e Elia e da una linea mediana più propensa al sacrificio e a una maggiore copertura degli spazi. In questo momento il dinamismo di Yepes e il senso tattico di Degli Innocenti offrono le maggiori garanzie a Dionisi, in attesa di recuperare a pieno regime elementi importanti come Haas e Ignacchiti. A distanza di un anno esatto dall’ultima rete ufficiale segnata in casa con l’Udinese il 25 novembre 2024, cui seguì il terribile infortunio di Verona, gli azzurri possono sorridere per il ritorno al gol di Pietro Pellegri. Un gol ininfluente ai fini del risultato ma di enorme importanza morale in prospettiva futura. 

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