Ricominciamo. Il Napoli lo fa come aveva finito la passata stagione, vincendo 2-0 in casa del Sassuolo e con l’asse del gol scudetto Politano-McTominay che segna la prima rete dell’annata azzurra al minuto 17. Ma al Mapei non c’è Smorfia che tenga, solo un sorriso sul volto tirato di un Conte mai fermo nella sua area tecnica e poi le braccia larghe di Scott sotto il settore ospiti. Il primo abbraccio. Lui ricambia con un bacio e lo lancia a due mani ai suoi tifosi, ma il primo sussulto lo regala dopo nemmeno 30 secondi di partita l’uomo più atteso: Kevin De Bruyne. Trentaquattro anni e 56 giorni di campione – il giocatore di movimento più anziano a esordire da titolare nel Napoli dal 94/95 – che cerca la porta ma calcia alto e lascia in gola l’urlo ai napoletani. Ma la gioia è solo rimandata. Il belga è il pezzo pregiato del mercato da campioni d’Italia e Conte plasma il suo Napoli per lui, lo piazza nella folta linea a quattro dietro a Lucca e l’ex City prova ad ambientarsi il più in fretta possibile. La classe c’è, la vocazione al sacrificio indietro pure, un paio di appoggi orizzontali sbagliati nel primo tempo aggiungono pepe e un filo di apprensione ma sono senza conseguenze. E comunque è la vecchia Manchester che illumina questa prima del Napoli.
McTominay è la solita garanzia ed è lui che con un colpo di testa porta avanti Conte al 17’. Ci riprova cinque minuti più tardi, complice un erroraccio di Pinamonti che poi chiede scusa per lo svarione, ma niente doppietta. Nemmeno nel primo minuto di recupero, quando a opporsi è la traversa. Nel primo tempo Conte rischia poco o niente ma che spavento per i circa 9 mila tifosi del Napoli al 36’: Meret rischia tantissimo (troppo) sulla pressione di Pinamonti che devia il suo rinvio ma lontano dalla porta. La prima vera conclusione del Sassuolo arriva al 43’ ed è sul piede di Doig: stavolta Meret blocca in due tempi. Secondo tempo, secondo gol del Napoli. De Bruyne delizia direttamente da calcio di punizione; saltano sia Di Lorenzo sia Lucca ma nessuno tocca quel pallone che rimbalza a pochi centimetri dalla linea di porta e lì finisce al 57’. Turati, non impeccabile, a quel punto non può nulla e al Mapei si urla un unico nome: Kevin.
Lucca lì davanti c’è ma non si vede. O comunque meno del previsto. Dopo un primo tempo opaco ha provato a rifarsi nella ripresa ma l’appuntamento col primo gol azzurro è rimandato. E anche il ct Gennaro Gattuso, presente in tribuna a Reggio Emilia, avrà altre occasioni per apprezzare la sua freddezza sotto porta con la squadra di Conte. È comunque da una sua accelerazione a metà campo che nasce il rosso a Koné che al 79’ lascia il Sassuolo in dieci. Un minuto dopo Conte toglie proprio Lucca dal campo e al suo posto entra Noa Lang, altro esordiente. Il Napoli cambia ancora veste e De Bruyne ora diventa falso nove. Una soluzione in più ma un altro centravanti serve, eccome. Dall’altro lato Berardi – 400 presenze in neroverde – prova a impensierire Meret solo a inizio ripresa ma non inquadra lo specchio. Troppo poco per dare fastidio a un Napoli che non vuole ripetere gli errori di due anni fa. Dopo lo scudetto non può seguire di nuovo un decimo posto, da Conte in poi lo sanno tutti. Anche i tifosi che con uno striscione hanno ribadito l’importanza di restare uniti, fin da subito: “È d’obbligo quest’annata… curve e squadra un’unica armata!”.
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