LA SICILIA: “Tifosi a sostegno, show d’altri tempi. I messaggi del popolo rossazzurro”
Spazio riservato agli oltre 17mila spettatori presenti allo stadio domenica. “La squadra non si abbandona. Non si lascia in balia di se stessa. Si sostiene, poi magari si contesta o si applaude. Ecco, il pubblico del Massimino con coerenza e amore per la maglia ha fatto ancora una volta la differenza”, riporta La Sicilia. “Curve […]
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Spazio riservato agli oltre 17mila spettatori presenti allo stadio domenica. “La squadra non si abbandona. Non si lascia in balia di se stessa. Si sostiene, poi magari si contesta o si applaude. Ecco, il pubblico del Massimino con coerenza e amore per la maglia ha fatto ancora una volta la differenza”, riporta La Sicilia. “Curve stracolme (che spettacolo), tribuna B con qualche vuoto, ma Vip e A sempre pienissime”, si legge.
“Il nucleo centrale delle due curve è entrato poco prima del fischio d’inizio lanciando cori dedicati ai tifosi del Taranto. Insomma, una rivalità lunga 21 anni che ieri si è rinnovata”, riporta il quotidiano che sottolinea come i tifosi “anche nelle fasi più buie del match” non abbiano mai “accennato a proteste o contestazioni”. I messaggi erano chiari.
Ecco quello della Nord: “Per la tua gente, per la tua curva”. La Sud, invece, all’indirizzo della società: “Di progetti e sostenibilità parlatecene in Serie A, la C è un insulto per questa città. Devi vincere”. In Tribuna B altro messaggio: “L’amore senza secondi fini ve lo insegnano gli ultras, combattete come noi, onorate la città”. Proprio quando sono entrati i 50 tifosi del Taranto, ecco srotolare lo striscione della Sud con riferimento a Sant’Agata: “Offendere Sant’Agata è un segno di infamità, per voi nessuna pietà. Taranto m…”.
Spicca anche uno striscione della Nord sul caso scommesse: “Caro biglietti, divieti, partite truccate, quattro mocciosi senza morale giocano a lucrare, i nostri bambini non hanno nemmeno i campi dove giocare. Tutti a casa, tabula rasa”. Sventolano le bandiere dei quartieri. “Un tifo senza distinzioni di classe”, si legge.
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