Berrettini in finale a Stoccarda (Azzolini, Crivelli, Nizegorodcew, Martucci). Sinner, luce verde (Crivelli)

La rassegna stampa di domenica 16 giugno 2024

Berrettini domina, è tornato Martello (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Su e giù, come sempre, per tutta la vita, ma con passione, con un fervore genuino che richiama l`arte della sopravvivenza. L’uomo delle montagne russe, Matteo. Il tennista delle discese ardite e delle risalite. Una carriera percorsa come su un toboga. È alla terza finale della stagione, Matteo Berrettini, e ha giocato cinque tornei appena. Ma Stoccarda, dove ha vinto due volte (nel 2019 e nel 2022) è un torneo speciale. È l`erba promessa… Su e giù, sempre… L’hanno mandato in campo a Phoenix, per la prima volta quest`anno, scartandolo come si fa con i regali, liberandolo dal cellophan e dallo scotch che lo avvolgeva per impedire che uno scossone lo ammaccasse. Era marzo. Il suo silenzio proseguiva dal secondo turno degli US Open di settembre, sei mesi prima. Una brutta storta, la terza o la quarta in carriera, poi rivelatasi ancora più brutta del previsto. Ma a Phoenix, Matteo fa a pezzi l`intero reparto de “Les espoirs de la France”, Gaston, Cazeaux e Armane, poi sfila
due tie break a Vukic, e cade in finale contro Borges. La settimana dopo è a Miami, e perde contro Murray. Nel terzo set lo devono reidratare perché sbanda come uno che abbia esagerato con gli shottini di tequila. Ha mangiato qualcosa di sbagliato, la spiegazione. Torna in campo a Marrakesh, e prende tutti a paliate, Shevchenko, Munar, Sonego, Navone e in finale Carballes Baena. Ottavo titolo in carriera. E siamo a Montecarlo, dove si consegna a Kecmanovic quasi senza giocare. Sta di nuovo male. Poi una tonsillite lo obbliga a saltare Madrid, Roma e Parigi. Sembra che le cure lo abbiano debilitato, tipico per uno cui è capitato di tutto. Per fortuna si cambia superficie. Erba, “ultima spes”, la speranza che non vuole morire, più forte anche del rito Voodoo che Matteo evoca quando gli chiedono di tutti questi infortuni. Stoccarda gli vuole bene, l`ha sempre sostenuto, è l`erba che l`ha fatto sentire per la prima volta un erbivoro vero. Vi giunge dopo altri 74 giorni di stop forzato. Con l`atteggiamento giusto, però. Contro Safiullin si aggrappa al servizio e confeziona 27 ace. Passa a Shapovalov, che di erba se ne intende, semifinalista a Wimbledon nell`anno (il 2021) che vide Berrettini in finale. Matteo sembra già in crescita, e il canadese si smonta senza colpo ferire. Poi l`australiano Duckworth, e ieri Lorenzo Musetti, superato con l`autorevolezza di uno che sull`erba sembra esserci nato. Su e giù, ma con slancio, anche in partita. Il primo break è a disposizione di Muso, appena nel secondo game del match, ma Berrettini si mette in salvo liberando un vincente poderoso. Nel terzo game la palla break è per Matteo, che ne approfitta subito. Il match cambia spartito. Il tennis di Matteo, piedi dentro le righe, gran servizi e uno slice di rovescio profondo e basso, ruba il tempo a Musetti. È buon tennis da erba, ma comanda Berrettini, almeno fino al 5-4 quando offre tre palle break a Lorenzo, che si porta 0-40. Cinque servizi vincenti di Matteo risolvono la vertenza. Riaggancio, sorpasso e primo set. Nella seconda frazione Berrettini dilaga. Non lascia niente a Musetti, fa subito il break e si ripete nel terzo e nel quinto game. Il 6-0 appare pesante, ma ragionevole se si considera il tennis messo in campo. «Stoccarda è un torneo che mi fa bene, avverto amicizia, considerazione, ho bei ricordi. Il mio sponsor era pronto a scommettere con me che sarei arrivato in semifinale. Ho fatto un passo in più. Musetti è un caro amico, ed è sempre difficile confrontarsi con le persone con cui si ha un rapporto speciale. Lui mi aveva battuto a Napoli, due anni fa, io l`ho battuto sull`erba. In fondo, ci possiamo stare…». C`è una finale da giocare, contro Jack Draper «Non abbiamo mai giocato, ma so che serve molto bene, e credo che sarà una finale su pochi scambi. Decideranno i servizi». […]

Berrettini boom. Battuto Musetti (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Dategli un prato e Matteo Berrettini vi solleverà il mondo. Stoccarda è davvero l`erba di casa sua: terza finale in cinque anni, e le prime due, nel 2019 e 2022, le ha vinte. Perché sarà a corto di condizione dopo i tanti stop and go, non avrà la continuità che deriva dal mettere insieme tante partite. Ma quando vede verde, il Martello torna uno dei giocatori più forti del mondo sulla superficie. Se ne accorge Musetti nella 14a semifinale tutta italiana dell`Era Open: dopo un primo set equilibrato, con il break subito nel terzo game, Lollo ha poi la possibilità di rientrare nel match proprio quando Matteo serve per il parziale sul 5-4 ma l`altro risale imperiosamente da 0-40. Senza storia invece il secondo set. A fare la differenza non solo la letale combinazione servizio-dritto, ma anche e soprattutto l`aggressività in risposta del Berretto insieme a quel rovescio in back che sull`erba è ormai diventato un pugnale conficcato nelle speranze degli avversari. Berrettini raggiunge così la 14` finale in carriera, la seconda dell`anno dopo il successo sulla terra di Marrakech, e la sesta sull`erba: ne ha vinte quattro (due a Stoccarda, appunto, e due al Queen`s) e ha perso solo quello di Wimbledon del 2021 contro Djokovic: «È importante aver risparmiato energie, è un bene essere stato in campo solo un`ora e sei minuti dopo le fatiche dei giorni precedenti. Giocare contro un amico non è facile, io e Lorenzo ci conosciamo bene, all`inizio c`era un po` di tensione. Ho mantenuto la calma quando ho chiuso il primo set, poi la partita è andata sempre meglio. Sono stati due anni duri, non è stato semplice arrivare qui e tornare in finale. Ma manca ancora un passo». Da compiere oggi all`ora di pranzo contro il mancino inglese Jack Draper, classe 2001, n.40 Atp, gioco brillante e servizio devastante: in semifinale, contro Nakashima, ha infilato 13 ace e 31 punti su 33 con la prima. […] Non ci sono precedenti tra i due: «È un ottimo giocatore – dice Berrettini – sarà una partita di servizi: buona fortuna a lui, ma cercherò di batterlo». Speranze in erba.

Berrettini, stravittoria e sentimento (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)

Troppo Berrettini per Musetti. Sull`erba di Stoccarda, habitat naturale del romano, a vincere (e a tratti dominare) è stato Matteo. Il derby di semifinale dell`ATP 250 tedesco ha visto trionfare Berrettini 6-4 6-0, con Musetti che ha saputo tenere testa al connazionale solamente nel primo parziale. Matteo se la vedrà oggi in finale con il britannico Jack Draper, altro specialista della superficie. Grazie ai “Boss Open” di Stoccarda Berrettini tornerà intorno al numero 65 del mondo, mentre in caso di vittoria arriverebbe alla piazza n.55. […] «Vincere i punti importanti». Matteo Berrettini lo aveva dichiarato dopo il match contro James Duckworth nei quarti e l`ha confermato, in campo, anche ieri. Su erba le “sliding doors” sono poche e bisogna saper cogliere l`attimo. E’ accaduto nel primo set del derby: Berrettini è salito 5-3, procurandosi un set point in risposta; a quel punto è giunta l`unica vera reazione di Musetti, che si è portato prima 4-5 e poi 0-40 sul servizio di Matteo. Ed è qui che il romano ha alzato i giri del motore al servizio, annullando tre palle break consecutive e chiudendo 6-4. Nel secondo parziale non c`è stata storia: Berrettini è salito ancora al servizio e, complessivamente, ha vinto 27 punti su 39 (69%, un`enormità) che raccontano il 6-0. «È sempre difficile giocare contro un grande amico come Lorenzo – ha spiegato Berrettini – e non è un caso che all`inizio ci sia stata un po` di tensione. Ho mantenuto la calma in quel momento decisivo alla fine del primo set, in seguito il mio rendimento è salito». […] Due mesi di assenza (l`ultimo torneo era stato il 1000 di Montecarlo) tra acciacchi e tonsillite, la rinuncia a Madrid, Roma, Parigi e poi, finalmente, il ritorno in campo. Come spesso gli accade il romano ha trovato in pochi giorni la confidenza con il proprio tennis e con la superficie (preferita). «L’ho detto e ripetuto tante volte ma questi due anni ricchi di infortuni, e di altri episodi che mi sono capitati nella vita, sono stati molto duri. La semifinale è durata poco, per fortuna, perché credo di aver giocato a sufficienza in questo torneo. A Stoccarda mi sono sempre trovato molto bene sin dalla prima apparizione nel 2019, quando era parecchio più giovane. Qui il pubblico è fantastico». […] Nell`ultimo atto a Stoccarda sarà Berrettini contro Draper. Il ventiduenne britannico, mancino dal grande talento (e dai molti infortuni), ha regolato Brandon Nakashima 6-3 6-3 nella propria “semi” realizzando 13 ace senza concedere alcuna palla break. «Il mio coach (Francisco Roig; ndr) ha studiato bene Draper in questi giorni – ha raccontato Berrettini – sarà un match in cui regneranno i servizi […] io e Jack non ci siamo mai affrontati e nemmeno allenati insieme. Sarà una prima volta assoluta. Gli auguro buona fortuna, ma spero di vincere io».

Berrettini vola sull’erba di Stoccarda (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

E poi Matteo Berrettini vide finalmente semaforo verde e tornò a sfoderare quel sorriso da pubblicità con cui travolge Lorenzo Musetti per 6-4 6-0. Raggiungendo la terza finale a Stoccarda – dove ha perso una sola volta nel 2023 contro un altro Lorenzo italiano, Sonego – , la sesta in 10 tornei sull`erba, già sicuro di aver recuperato il numero 65 del mondo (da 95), con la promessa del 55 nel caso di vittoria in finale sul mancino inglese Jack Draper. Così un giorno, leggeremo del romano nel libro delle favole sui tennisti che sono rientrati da troppi infortuni rivincendo subito. 2022: fermo tre mesi, conquista Stoccarda e il Queen`s, uno dietro l`altro, salta Wimbledon per Covid e poi va anche in finale a Gstaad; 2023: dopo mesi di calvario, arriva agli ottavi a Wimbledon superando De Minaur e Zverev; 2023-2024: inabile per 7 mesi, al ritorno cede in finale al Challenger di Phoenix e poi vince il “250” di Marrakech; 2024: dopo altri 2 mesi di stop, va in finale oggi alle 13 a Stoccarda alla ricerca del nono urrà ATP Tour in 14 finali (bilancio 8-5, 6 su erba, 7 su terra e I su cemento). A dispetto di una stagione cominciata solo l`11 marzo e con appena 5 tornei. Certo, sul verde, servizio, dritto e rovescio (slice) si esaltano, la fiducia rivede orizzonti dimenticati, gli avversari sembrano molto più piccoli, come gli scambi. E magari una semifinale vinta senza concedere break in appena 66 minuti. «Vincere così velocemente è meglio per me, spreco meno energie. Non è mai facile sfidare un amico come Lorenzo, ci conosciamo molto bene e all`inizio c`era un po` di tensione, ma poi sono stato bravo a tenere i nervi saldi. Il pubblico è incredibile, mi hanno supportato sin dalla prima volta, nel 2019». Matteo è felice dopo le difficoltà all`esordio con Safiullin (7-6 5-7 7-5) e la condizione che sta trovando pian pianino in partita, senza più cedere set a Shapovalov, Duckworth e Musetti, con la consapevolezza di affrontare un avversario duro e in forma come Draper, molto più giovane (22 anni contro 28) e inesperto, ancora a secco di successi ATP alla terza finale. «Sembra che dica sempre le stesse cose, ma sono stati degli anni davvero difficili con i tanti infortuni avuti e le cose che sono successe, quindi non do nulla per scontato. Contro Draper non ho mai giocato, non ci siamo mai neanche allenati insieme, so però che è un grande giocatore su erba e sta servendo davvero bene questa settimana». […]

Sinner, luce verde (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Non è vero e non ci credo. Jannik Sinner da sempre affida le sue fortune al talento, al lavoro, alla passione per il tennis e di conseguenza allo studio e al perfezionamento di ogni dettaglio che lo possa rendere un giocatore migliore. Il campione è l`unico artefice del proprio destino, non esistono la sorte e la scaramanzia. E così, davanti al sorteggio di Halle, nel primo appuntamento da numero uno del mondo – che gli metterà di fronte martedì o mercoledi l`olandese Griekspoor, cioè l`avversario battuto in Davis a novembre, a Rotterdam a febbraio e a Miami in marzo, tutti eventi terminati con il suo trionfo – la Volpe Rossa non si affida ai ricordi ma si tiene ancorato al presente: «Sarà un primo turno difficile, l`olandese ha già giocato un torneo sull`erba mentre io ho avuto pochi giorni per adattarmi. Però sono contento di debuttare sulla superficie, quello contro Tallon sarà un test interessante e importante per valutare a che punto sono della preparazione, la volontà ad Halle è di giocare più partite possibili per avvicinarmi nel modo giusto a Wimbledon, che ovviamente è il grande obiettivo di questa parte di stagione insieme alle Olimpiadi». […] Jannik può diventare il secondo giocatore nella storia del torneo a vincerlo da numero uno del ranking: l`altro, manco a dirlo, è Roger Federer, che da quelle parti si è imposto dieci volte. Come sempre, tuttavia, i possibili record o i paragoni con i più grandi gli scivolano addosso, perché il focus è soltanto sulla competizione del campo: «Penso e credo sempre che si viva nei momenti. Vincere gli Australian Open, poi Rotterdam e Miami, quindi diventare numero uno del mondo, sono stati momenti positivi e speciali. Ma dopo devi ricominciare da capo. Devi svegliarti la mattina e lavorare di nuovo. E se perdi, vivi questo momento negativo, ma non vivi la tua carriera continuando a pensarci. Forse ho un punto di vista un po` diverso su come celebrare questo genere di cose». E dunque, fin da giovedì, da quando è arrivato in Germania direttamente da Roma dopo le visite mediche al Coni (e la festa del giorno prima a Sesto), il pensiero corre ai particolari da sistemare verso Wimbledon per andare oltre la semifinale di un anno fa, perché Sinner stavolta punta chiaramente al bersaglio grosso, magari prendendosi la rivincita su Alcaraz che lo ha appena sconfitto a Parigi. È vero che sull`erba si gioca più d`istinto, un aspetto che può favorire lo spagnolo, ma le capacità di scivolamento di Jannik che lo avvicinano a Djokovic e la sua costante crescita al servizio gli aprono decisamente gli orizzonti. Lo riconosce anche Paul Annacone, che ha allenato Sampras (7 successi a Londra) e Federer (8), cioè due leggende dei prati: «Sinner è migliorato molto nelle percentuali di realizzazione con la seconda di servizio, e la velocità e precisione della prima sono aumentate. Quindi, se metti insieme questi due aspetti e ci aggiungi le sue straordinarie qualità in risposta, la forza di chiudere gli scambi con il primo colpo e adesso anche l`accresciuta abilità nei movimenti verso la rete, è giusto considerarlo tra i grandi favoriti». Halle rappresenterà dunque un test di sostanza per Jannik, che un anno fa si fermò ai quarti contro Bublik, stoppato da un problema a una coscia: sul suo cammino, dopo l`esordio, potrebbe trovare Safiullin, affrontato e battuto nei quarti dello Slam londinese nel 2023, poi Tsitsipas e Medvedev. […]