ATP Cincinnati: vince Alcaraz, per Nardi applausi e rimpianti
[2] C. Alcaraz b. [LL] L. Nardi 6-1 6-4
Luca Nardi esce a testa alta dall’ottavo di finale a Cincinnati, perso 6-1 6-4 in un’ora e 20 minuti con Carlos Alcaraz. Il 21enne pesarese, rientrato in tabellone come lucky loser, ha vissuto una settimana importante, spingendosi fino agli ottavi e mostrando nel match con il numero 2 al mondo, almeno a tratti, il suo tennis migliore. Il secondo set è stato più che positivo, ma ora servirà dare continuità. Questa sconfitta, se letta con lo spirito giusto, può diventare un buon punto di partenza per la stagione.
Il rammarico, però, è evidente: Nardi ha iniziato a giocare con personalità solo nel secondo parziale, lasciando nel primo troppo spazio allo spagnolo, affrontato con un atteggiamento timido, quasi remissivo. Nella seconda frazione, invece, è salito di tono, conquistando il break del 4-2 prima di subire il controbreak immediato. Sul 4 pari, il nono game è diventato un’autentica maratona: otto parità, tre occasioni per l’azzurro di portarsi in vantaggio e cinque palle break per Alcaraz, con l’ultima trasformata per il 5-4 che ha spianato la strada alla vittoria del set e del match.
Nei quarti, il campione di Murcia attende il vincente tra Andrej Rublev e Francisco Comesana. Per Nardi 100 punti in classifica e 16 posti guadagnati che sono una boccata d’ossigeno per un ranking che stava pericolosamente scivolando verso la tripla cifra.
Primo set – L’avvio travolgente dello spagnolo
Sul cemento dell’Ohio, Carlos Alcaraz parte con il piede schiacciato sull’acceleratore. In appena otto minuti è già avanti 3-0, con un solo break ma un parziale di 12 punti a 1, dove l’unico conquistato da Nardi è un doppio fallo del murciano. Nessun colpo spettacolare, solo la sensazione che la differenza di classe e abitudine a certi palcoscenici sia enorme.
Nardi, però, non ci sta a fare da sparring partner e nel quarto game trova finalmente coraggio: braccio sciolto, aggressività e un game quasi perfetto, concedendo un solo punto al numero due del mondo, per il 3-1. Il problema è che la fiammata dura poco. Sul 4-1 per lo spagnolo, l’azzurro annulla tre palle break ma cede alla quarta, tradito da una risposta corta su un dritto bruciante di Alcaraz.
Il 5-1 è la premessa della chiusura: ancora un turno di battuta impeccabile dello spagnolo (92% di punti con la prima) e un 29-13 nel computo dei punti che fotografa la supremazia. In 29 minuti il primo set è già archiviato.
Secondo set – Il risveglio tardivo di Nardi e il game infinito
Al cambio di campo mentale, Nardi torna in partita. Tiene il primo turno di servizio, segnale che stavolta non vuole consegnarsi senza combattere. Sul 2-1, il pesarese mostra la versione migliore di sé: prime potenti, piedi sulla riga e accelerazioni che spingono Alcaraz a difendersi. Il premio arriva al sesto game: tre palle break conquistate, la seconda convertita grazie a un rovescio largo dello spagnolo per il 4-2.
L’aria della possibile sorpresa, però, dura un attimo. Alcaraz reagisce da campione: controbreak immediato e parità sul 4-4. Ed ecco il momento-clou: il nono game, con Nardi al servizio, si trasforma in una maratona di 13 minuti. Otto parità, tre occasioni per l’azzurro di tenere il turno e cinque palle break per lo spagnolo. Tra servizi vincenti, doppi falli (ben nove a fine match per l’azzurro) e scambi spettacolari, è proprio due doppi falli consecutivi a consegnare il break decisivo ad Alcaraz.
La chiusura, dopo un piccolo brivido per lo spagnolo (anche lui incappa in un doppio fallo sul primo match point), arriva con una volée di rovescio che muore lenta nella metà campo di Nardi. In 1h20′, lo spagnolo si prende il pass per i quarti di finale, dove troverà il vincente tra Rublev e Comesana.