Sinner: vesciche, ginocchio e malesseri. Tutti i ritiri in carriera del numero 1
A cura di Enrico Picone
Il primo turno di battuta perso a zero, la mano sul costato, i piedi inchiodati sul cemento torrido di Mason. Poi il crollo e la confessione: “Mi gira tutto, non riesco a muovermi”. Parole che hanno segnato l’epilogo forse più razionale per una finale che non si è mai disputata. Almeno non dalla parte di campo del numero 1 al mondo, che lunedì 18 ha fatto il suo ingresso sul centrale non per difendere il titolo conquistato l’edizione precedente contro Frances Tiafoe, ma per non deludere il pubblico accorso per assistere al quattordicesimo atto dello scontro fra i primi due tennisti al mondo (“molti di voi hanno rinunciato a un giorno di lavoro per essere qui e vi chiedo ancora scusa” ha dichiarato dopo il ritiro).
Due che a Parigi hanno inscenato una delle finali Slam più memorabili, due che a Wimbledon hanno lasciato intendere che non c’è posto per un terzo rivale e che i prossimi Big Titles in palio nel resto della stagione sembrano proprio essere un loro affare esclusivo. Il campione azzurro è ora atteso a Flushing Meadows, dove ancora una volta è chiamato a difendere la quota punti che ha già infiammato la vetta del ranking Atp.
Con il suo “vice” in graduatoria pronto all’assalto finale per ritornare a quel primo posto che, tre anni fa con il trionfo di New York, gli valse il primo Slam in carriera e lo incoronò il più giovane numero 1 della storia all’età di 19 anni e 4 mesi. Quanto all’altoatesino, riavvolgendo il nastro della carriera, si contano su 378 partite solo 6 ritiri in campo, Cincinnati incluso. Il fisico ora pretende riposo, poi si lavorerà alla difesa del titolo (e della leadership mondiale).
Sinner: tutti i ritiri in carriera
Era il 23 giugno 2023 quando Sinner abbandonava il match contro Alexander Bublik valido per i quarti di Halle (dove due anni dopo il kazako si sarebbe imposto agli ottavi). A costringere l’azzurro al forfait fu in quell’occasione un problema muscolare alla gamba sinistra che congelò il parziale sul 7-5, 2-0 a favore dell’avversario. Un problema risolto in tempo per la discesa in campo a Wimbledon, dove l’altoatesino raggiunse la sua prima semifinale all’All England. Così anche a Sofia 2022, quando una torsione alla caviglia decretò la fine dell’incontro con Holger Rune (primo precedente fra i due) che si aggiudicò la semifinale per 5-7, 6-4, 5-2.
Lo stesso anno al Roland Garros, il ginocchio sinistro del 4 volte campione Slam iniziò a remargli contro sul più bello, quando lo score riportava un vantaggio di 6-1 contro l’allora numero 7 Atp Andrey Rublev. In quell’occasione dichiarò: “Peccato, potevo andare lontano”. Ma il bilancio del 2022 riporta anche il ritiro dalla gara contro Francisco Cerundolo a Miami, dove a tradirlo furono le vesciche ai piedi sullo svantaggio parziale di 4-1 del primo set. Infine, il suo primo forfait al secondo turno di Vienna 2020, ancora una volta contro Rublev e ancora una volta deciso dalle vesciche che lo costrinsero allo stop dopo appena 9 minuti sul punteggio di 1-2.