ATP Cincinnati, Alcaraz: “Dopo tre games ho capito che Jannik non si sentiva bene. Festeggerò con un hamburger”
Con ormai un piede e mezzo sull’auto che lo avrebbe portato all’aeroporto per il suo volo privato verso New York, Carlos Alcaraz ha risposto alle domande di rito della stampa dopo la brevissima finale contro Jannik Sinner.
Forse non nel modo in cui lo volevi, ma come ti senti in questo momento?
Carlos Alcaraz: Ovviamente non è il modo in cui desideravo vincere la finale. Prima di tutto, voglio augurare una pronta guarigione a Jannik. Spero che tra pochi giorni possa stare bene, allenarsi per lo US Open e continuare a giocare ad alto livello. Per quanto riguarda me, sono molto felice di poter sollevare il trofeo. Dopo la finale persa nel 2023 desideravo davvero conquistarlo. Per questo sono molto orgoglioso e felice di esserci riuscito.
Congratulazioni per il titolo. È stato chiaramente un finale insolito. Puoi descrivere quando hai capito che Sinner non stava bene e che forse non sarebbe riuscito a concludere la partita?
Carlos Alcaraz: Penso che dopo il terzo game mi sia accorto che non stava bene. Lo conosco bene, abbiamo giocato tante battaglie negli ultimi due anni, so il suo stile e il suo gioco. Dopo il terzo game ho notato che era più aggressivo del solito e commetteva errori molto prima nello scambio, cosa poco abituale per lui. Ho percepito che il suo linguaggio del corpo non era il migliore. Quindi sì, attorno al terzo game ho capito che non si sentiva bene.
Congratulazioni per la vittoria e per l’alto livello di gioco nel torneo. Vorrei chiederti cosa pensi della regola del “lucky loser” nel caso in cui, ad esempio, Sinner non fosse stato in grado di scendere in campo. Sarebbe utile avere una regola del genere dopo le qualificazioni?
Carlos Alcaraz: Non ci avevo mai pensato prima. Non so se sarebbe una buona idea o meno. Giochiamo tornei ogni settimana, ed è molto raro che un giocatore non disputi affatto una finale. Forse per chi perde nei primi turni o nelle qualificazioni potrebbe essere utile avere un’altra opportunità per prepararsi ai tornei successivi. Ma sinceramente non ho riflettuto molto su questo e non so se sarebbe positivo o no.
Hai visto il tabellone del doppio misto allo US Open? Quanto sei entusiasta di questa nuova iniziativa?
Carlos Alcaraz: Penso sia una buona iniziativa. Il programma non è il migliore, dato che giochiamo già domani, ma il concetto mi piace molto. Sarà una novità per me e credo che mi divertirò molto, soprattutto giocando con Emma. Sarà difficile contro Draper e Pegula, ma cercherò di godermi l’esperienza, osservare il campo, le condizioni di gioco e dare il massimo. Credo che sarà molto divertente e utile anche come preparazione.
Molti giocatori hanno detto che i campi di Cincinnati sono molto veloci e le palline pesanti. Quale sarà l’adattamento necessario passando ora alle condizioni di New York?
Carlos Alcaraz: La differenza c’è, anche se non è enorme. A New York i campi sono più lenti e le palline sembrano comportarsi in modo diverso, direi leggermente più grandi, mentre qui sembrano più piccole e veloci. Fortunatamente abbiamo alcuni giorni per abituarci. Stiamo cercando di uniformare il più possibile le condizioni e di ridurre le differenze tra tornei, sia per i campi che per le palline. Ma alla fine si tratta di adattarsi rapidamente e vedremo a New York.
Stai per arrivare a New York. Come ti senti alla vigilia dello US Open? È una sensazione simile a quella che hai provato prima di Wimbledon, Parigi o dell’Australian Open, oppure diversa?
Carlos Alcaraz: È una sensazione un po’ diversa. Prima di ogni Slam avevo giocato moltissime partite e mi preparavo in un certo modo. Ora mi sento diverso, con maggiore fiducia, e gioco bene su una superficie diversa. New York è un luogo che amo, lì ho conquistato il mio primo Slam e ricevo sempre molto affetto. Lo scorso anno sono rimasto deluso dal mio livello, quindi quest’anno voglio mostrare il mio miglior tennis e andare il più lontano possibile.
Quando lascerai Cincinnati e quando arriverai a New York, visto che hai poco tempo prima del prossimo incontro?
Carlos Alcaraz: Parto questa sera stessa da Cincinnati e arriverò a New York stanotte, per cercare di dormire il più possibile e prepararmi alla partita di domani. Cercherò comunque di godermi una cena con il mio team prima di partire, magari con un buon hamburger. Poi la mente sarà subito concentrata sul match di domani.
Hai saputo gestire bene le condizioni di caldo rispetto ad altri giocatori. C’è qualcosa che fai in particolare, oltre a idratarti, per prepararti a questo tipo di condizioni?
Carlos Alcaraz: In realtà non ho seguito una preparazione speciale fuori dal campo. Mi sono semplicemente allenato nelle ore più calde, tra mezzogiorno e le due o dalle quattro alle sei, per abituarmi rapidamente. Vengo da Murcia, dove fa molto caldo, attorno ai 43–44 gradi in estate, quindi sono abituato al sole intenso. È sempre dura, ma sono molto contento di come sono riuscito ad affrontare queste condizioni.