US Open, Alcaraz: “Vincere uno Slam sul cemento contro Sinner sarebbe il massimo… Ha un bersaglio sulla schiena”
È un Carlos Alcaraz sereno quello che si presenta davanti ai microfoni prima dell’esordio allo US Open. Ad attenderlo al primo turno c’è Reilly Opelka, avversario dal grande servizio mai affrontato prima. In ogni caso, il numero 2 del mondo stempera la tensione a suo modo, con il sorriso di chi sa di avere il destino nelle proprie mani. A differenza dello scorso anno, quando le Olimpiadi di Parigi si erano prese tutte le energie fisiche e mentali di Carlitos, lo spagnolo ha approcciato a questa stagione sul cemento in modo convinto e convincente e adesso è atteso dalla test dell’ultimo Slam dell’anno.
D: Carlos, dicci solo qualche parola sul tuo avversario del primo turno, Opelka. Non hai mai giocato contro di lui in un match ufficiale. Cosa ti aspetti?
ALCARAZ: “Sarà davvero difficile affrontare Opelka per la prima volta. Conosciamo tutti il suo stile di gioco. Quindi devo farmi trovare pronto, restare concentrato in risposta, cercare di rispondere il più possibile. E si vedrà. Proverò a trovare un buon ritmo nella partita, a giocare bene i punti da fondo campo quando lui me lo permetterà. La fiducia è alta in questo momento. Mi sento bene in campo. Sento bene la palla. Sto solo cercando di prepararmi al meglio”
D: Sarei interessato alle tue impressioni sul doppio misto, che hai giocato con Emma: come pensi che abbiate lavorato come coppia e cosa pensi del gioco in doppio di Emma?
ALCARAZ: “È stato fantastico. Avrei voluto avere più tempo per prepararmi meglio per quella partita. Non sono riuscito a dormire quella notte, non ho potuto preparare il torneo di doppio misto come avrei voluto. Ma è stato divertente, ad essere sincero. Il pubblico, l’energia che c’era in campo erano incredibili. L’Arthur Ashe era quasi pieno. Ho amato l’atmosfera, ho amato il supporto e mi piace molto anche il formato, davvero. Mi sono semplicemente divertito. È stato bello. Non è arrivato il risultato che volevamo. Penso che avremmo potuto fare molto meglio se ci fossimo potuti preparare meglio. Ma è stato comunque grandioso”
D: Come ti senti quest’anno per lo US Open rispetto all’anno scorso? L’anno scorso è stato tutto molto frenetico con le Olimpiadi, mentre quest’anno arrivi in modo diverso. Come ti senti in vista dell’ultimo Slam?
ALCARAZ: “È molto diverso. Ho avuto più tempo per prendermi dei giorni completamente liberi, per ricaricare la mente e le energie. Poi ho avuto due settimane di allenamento a casa, allenamento sì, ma pur sempre a casa mia. Per me è stato un extra avere quei giorni a casa, per poi andare a Cincinnati con più felicità e con una gran voglia, fame di giocare i tornei. Come si è visto, ero più preparato rispetto all’anno scorso. Ora mi sento molto meglio. Quindi sono contento di aver avuto quei giorni di pausa. L’anno scorso era tutto più serrato, senza giorni liberi tra un torneo e l’altro”
D: Come descriveresti ciò che rende speciale la tua rivalità con Jannik?
ALCARAZ: “Penso che sia il rispetto che abbiamo l’uno per l’altro e il bel rapporto che abbiamo fuori dal campo. Credo sia una cosa fantastica. Ovviamente, penso che tutti vedano cosa siamo capaci di fare ogni volta che ci affrontiamo in campo. Riusciamo a portare il livello di gioco al massimo. Ma è proprio il rapporto che abbiamo fuori dal campo, credo, qualcosa che non siamo abituati a vedere spesso in una rivalità così intensa sul campo. Quindi penso che sia questo a renderla davvero speciale”
D: Jannik è stato così dominante negli Slam sul cemento. Quanto sarebbe importante per te vincerne uno?
ALCARAZ: “Sarebbe davvero qualcosa di grandioso. Credo che abbia vinto gli ultimi tre Slam sul cemento, se non sbaglio. È incredibile il tennis che sta esprimendo su questa superficie. Quindi, in un certo senso, lo ammiro, anche per farmi trovare pronto nel caso dovessi affrontarlo da qualche parte. Sarebbe fantastico. Mi sto semplicemente preparando per il torneo, per ottenere un buon risultato. Speriamo di incontrarlo in finale. Fare un buon percorso qui sarebbe un grande risultato. E se lo battessi… Diciamo che ha un bel bersaglio sulla schiena (sorride)”
D: Dal mio punto di vista, la battuta in kick è una parte fondamentale del tuo gioco. Come si è sviluppato questo colpo? Immagino che da piccolo non fossi ancora abbastanza forte per eseguirlo. Come sei arrivato a padroneggiarlo?
ALCARAZ: “Ci ho lavorato moltissimo sin da quando ero molto giovane. Siamo spagnoli, per il kick e il dritto, cresciamo con questi colpi. Giocando sulla terra battuta, il kick è un’arma molto efficace, così come cercare di trovare il dritto il prima possibile. È qualcosa su cui ho lavorato fin da quando ho iniziato a provarlo. Quando avevo 14 anni, come ho detto, ci ho messo davvero tanta attenzione, perché sapevo fin dall’inizio che sarebbe stata un’arma importante per il mio gioco e cerco di usarla il più possibile. Cerco anche di non far capire all’avversario cosa farò dopo. Penso che questo sia un grande vantaggio nel mio gioco”
D: Hai giocato la Laver Cup sotto la guida del capitano Bjorn Borg negli ultimi anni. Ora passerai a Yannick Noah. Cosa sai di lui e quali sono le tue aspettative con un nuovo capitano?
ALCARAZ: “Per me è stato un privilegio far parte del team alla Laver Cup capitanato da Bjorn Borg. È stato davvero un onore conoscerlo meglio anche fuori dal campo. È stato fantastico. Ora con questo cambiamento, con Yannick Noah… A dire il vero non lo conosco molto bene. Ovviamente so cosa ha fatto e chi è, naturalmente. L’ho incontrato l’anno scorso alla Laver Cup per qualche giorno. È divertente. Ci ha raccontato storie simpatiche di quando giocava. Quindi so già che sarà una settimana molto divertente. Vedremo com’è in campo, ma sono sicuro che mi divertirò e sarà bello passare quei giorni con lui anche fuori dal campo”
D: Durante Wimbledon hai parlato un po’ del fatto che ti piace giocare a golf. Cosa ti piace di questo sport? Quanto spesso riesci a giocare? Ti capita mai di portare con te le mazze durante la stagione?
ALCARAZ: “Dipende dal torneo. Ma, per esempio, per questo swing ho portato con me le mie mazze, sia a Cincinnati che qui a New York. Ogni volta che posso, che ne ho la possibilità, cerco di scappare a giocare un po’ a golf (sorride), perché amo davvero l’atmosfera. Credo che l’atmosfera che si vive su un campo da golf sia speciale. Non c’è nessun altro, giochi solo con il tuo team, con degli amici o con chiunque sia. Sei completamente concentrato solo sul giocare il miglior colpo possibile. Poi, mentre cammini verso la buca successiva, ti dimentichi di tutto il resto, ti godi il momento, la compagnia degli amici o semplicemente l’ambiente. Amo stare così. È per questo che cerco di giocare a golf il più spesso possibile”