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WTA Pechino, Anisimova: il percorso della prossima avversaria di Paolini

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La brillante estate della giovane Amanda Anisimova si è conclusa sotto i potenti riflettori dell’Arthur Ashe Stadium di Flushing Meadows, teatro dei duelli più iconici della storia del tennis. La ventiquattrenne del New Jersey, chiamata all’impresa nell’atto decisivo dello US Open 2025 contro la numero uno del mondo, non è riuscita a replicare le gesta eroiche della connazionale Gauff, che due anni or sono aveva teso la trappola ad Aryna Sabalenka, rimontandola in tre set dinanzi a un Ashe gremito di bandiere a stelle e strisce.

Amanda, giunta alla seconda finale Slam consecutiva, ha lottato ad armi pari con la giocatrice più forte del pianeta per poco più di un’ora e trenta, scacciando via l’incubo di Church Road, che l’aveva vista arrendersi a Iga Swiatek con un crudele doppio bagel, dal quale era uscita stremata mentalmente, e in lacrime. Abbiamo già avuto modo di parlare in modo approfondito della travagliata storia della tennista americana, segnata, durante la sua crescita, dalla perdita del padre (e coach) alla tenera età di 17 anni, e da un successivo bornout che l’ha tenuta lontana dai campi per ben 9 mesi.

All’alba dell’annata 2024, la secondogenita della famiglia Anisimov – di origine russe – è stata costretta a ripartire dalla casella numero 442 del ranking, che poco si addiceva al suo talento e al potenziale espresso precedentemente. È bastato soltanto un anno, infatti, alla giovane Amanda, per riconquistare la sua adorata Top 50, e col trionfo siglato a Doha nel febbraio 2025 (ai danni di Ostapenko, in finale) è riuscita anche a migliorare il suo best ranking, appropriandosi – per la prima volta – del 18° posto in classifica.

Dopo la quasi eccellente spedizione newyorkese, Amanda si è goduta gli ultimi scampoli d’estate, distaccandosi, per un paio di settimane dalle competizioni ufficiali, approfittando del breve periodo di stop prima dello swing asiatico. In quanto numero 4 del mondo, la statunitense ha preferito saltare le tappe di categoria “500” in Oriente, puntando dritta al WTA 1000 di Pechino, dove le migliori del circuito – eccetto l’infortunata Sabalenka – sono in lizza per la conquista di uno degli ultimi trofei disponibili della stagione 2025, e dove ogni punto ottenuto può rivelarsi determinante in ottica Race to Riyadh.

La nativa del New Jersey, testa di serie numero 3 del seeding a Pechino in virtù dell’assenza della bielorussa, ha esordito nel ‘1000’ cinese con una vittoria schiacciante ai danni dell’inglese Katie Boulter, uscita dal campo con soli 4 game messi in saccoccia. Al secondo round è poi giunto il turno della wild card casalinga, Shuai Zhang (Numero 112 del ranking), per la quale Amanda non ha avuto nessuna pietà. Dopo un serratissimo tiebreak durato 24 punti, nel quale la cinese ha persino avuto tre set point a disposizione, Anisimova ha accartocciato i sogni della beniamina di casa, appropriandosi del primo parziale e del successivo, dove si è imposta con un tremendo 6-0.

Insomma, le prime due sfide dell’avventura cinese non hanno impensierito più di tanto la ‘2001 statunitense, ma agli ottavi, la professoressa Muchova è riuscita a mettere qualche tarlo nella testa della giovane Amanda. L’ex numero 8 del ranking – costretta ai box per diversi mesi a causa di un infortunio al polso – ha impartito lezioni di tennis alla statunitense per una scarsa mezz’ora, sfoggiando tutto l’arsenale a disposizione, e rifilando un preoccupante 6-1 all’avversaria. Altrettanto sbalorditiva è stata la reazione di Anisimova, che ha celermente cancellato il dominio della ceca, trovatasi nella situazione opposta a partire dal secondo set. Tutt’altro che banale rimontare e neutralizzare una giocatrice solida e talentuosa come Muchova, ma l’estro di Amanda è riuscita nell’impresa in 2 ore esatte.

Il triplo successo registrato nella capitale cinese, trascina la numero 4 del mondo verso l’atteso tete a tete con l’azzurra Jasmine Paolini, che prenderà vita ai quarti di finale. Anche per Jas, l’inizio del cammino a Pechino è stato parecchio positivo, infatti, la trascinatrice della nazionale tricolore alla Billie Jean King Cup, non ha ancora perso un set nel ‘1000’ asiatico, e l’ultima sconfitta in singolare risale al terzo turno di Flushing Meadows.

Una sfida che si preannuncia ostica per la toscana, nonostante l’ottimo periodo di forma. Servirà una Paolini versione deluxe contro la talentuosissima Amanda, attualmente quarta nella classifica Race per le Finals di Riyadh, dunque praticamente a un passo dalla qualificazione, non ancora matematica. Chi invece è ancora in bilico è proprio l’azzurra, nona nel ranking live della Race, a quota 3.526 punti. La diretta concorrente per l’accesso all’evento conclusivo della stagione è Elena Rybakina, al momento in vantaggio di soli 225 punti ai danni dell’azzurra, che qualora dovesse sconfiggere Anisimova, scavalcherebbe la kazaka – provvisoriamente – nella classifica Race.

Un tete a tete che pesa un macigno, e che ci da pochi punti di riferimento, dato che l’unico precedente giocato tra l’azzurra e la statunitense è da prendere con la pinze – o qualcosa in meno – poiché disputato nel 2021 sulla terra rossa di Parma, dove ebbe la meglio Anisimova, battendo una Jasmine che non era ancora Paolini.















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