Добавить новость
smi24.net
UbiTennis
Октябрь
2025
1 2 3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31

WTA Pechino, Gauff: “Voglio lasciare il tennis meglio di come l’ho trovato”

0

Continua il buon momento di Cori ‘Coco’ Gauff, che a Pechino conferma il suo ottimo stato di forma superando con una certa autorevolezza la tedesca Eva Lys (6-3 6-4). L’americana, testa di serie numero 2 del torneo, accede così alla semifinale dove ad attenderla ci sarà Amanda Anisimova, in quello che si preannuncia come un derby statunitense ad alta intensità. A fine match, la classe 2004 si è presentata in conferenza stampa rilassata e sorridente, pronta a parlare del suo gioco, della propria crescita mentale e della sfida tutta statunitense che l’attende. Di seguito, le dichiarazioni più interessanti.

D: Cori, congratulazioni. Immagino tu sia contenta di aver chiuso in due set oggi.
Cori Gauff:Sì, sono davvero felice di essere riuscita a portarla a casa. Eva è una grande giocatrice, penso che si muova davvero bene in campo. Sono contenta di aver chiuso in due set oggi”.

D: Come descriveresti la tua esperienza finora qui al China Open? Tra le partite giocate, cosa hai imparato e cosa ti ha fatto crescere fino a raggiungere la semifinale?
Cori Gauff: “Direi che finora c’è stata tanta lotta, sicuramente. Contro Leylah (Fernandez, ndr.), per esempio, ho già giocato in tre occasioni, ma questa è stata sicuramente la miglior versione di lei che io abbia mai incontrato. Giocava un tennis davvero solido, ho dovuto lottare fino alla fine per spuntarla. Lo stesso discorso vale per Belinda (Bencic, ndr.). A essere sincera, nel tie-break sono stata anche un po’ fortunata con un colpo che ha toccato il nastro. In generale, si è trattato di restare mentalmente nel match. Oggi ho dovuto comunque lottare, ma sono riuscita a chiudere con il servizio, ed è una cosa importante per me, soprattutto in prospettiva.

D: Riguardo alla lettera che le top 10 stanno inviando agli Slam, hai detto di non aver preso parte all’ultima conversazione. In generale, perché hai deciso di firmare sia la prima che la seconda lettera?
Cori Gauff: “Per me, personalmente, si tratta del futuro a lungo termine del nostro sport e dell’intero ecosistema che lo sostiene. Come sappiamo, gli Slam generano la maggior parte dei ricavi, almeno secondo le statistiche e le percentuali che ci hanno mostrato. Ma se guardi alla quota di quei ricavi destinata al montepremi, non è paragonabile a quella della WTA o dell’ATP, anche se queste due organizzazioni generano molto meno. Penso che sia importante per l’intero sistema. A volte ci si concentra solo sul montepremi dei vincitori, ma non è quello il punto”.

Si parla di un investimento che vada a beneficio anche dei giocatori delle qualificazioni. Vogliamo che ci sia un impegno più concreto verso l’intero tour: non solo sui premi, ma anche sul benessere dei giocatori, fino ad arrivare a quelli classificati 200 o 300 al mondo, che fanno fatica ad arrivare a fine mese. In altri sport non è così comune, soprattutto considerando i ricavi che il tennis produce. Per me era importante firmare perché voglio lasciare questo sport meglio di come l’ho trovato. Forse non vedrò questi cambiamenti realizzati durante la mia carriera, ma voglio comunque contribuire. E credo che sia significativo che, per la prima volta, tutti i top 10 – uomini e donne – abbiano firmato qualcosa insieme. È un grande passo. So che ci sono delle conversazioni in corso, e spero si arrivi presto a una soluzione”.

D: Qual è stata la tua reazione a quella situazione? L’abbiamo vista anche nel basket femminile: sempre più spesso, soprattutto nello sport femminile, si devono difendere i propri diritti. Dal tuo punto di vista, come star del tennis con una certa influenza, come gestisci il confine tra il denunciare pubblicamente una situazione e lavorare in silenzio per ottenere un cambiamento?
Cori Gauff: “So che le giocatrici della WNBA stavano già facendo molto dietro le quinte. So che stanno lavorando da tempo e so anche che molte giocatrici nella lega stanno affrontando problemi reali. A volte, purtroppo, è necessario esporsi pubblicamente per farsi sentire. Le persone spesso non vogliono che emerga un’immagine negativa di loro, ma se non c’è ascolto, bisogna agire. Nel nostro caso, la situazione è simile ma non identica”.

“Noi abbiamo lavorato in silenzio per molto tempo, almeno dal lato delle giocatrici, attraverso il players council. La lettera non doveva uscire pubblicamente, anche se sapevamo che probabilmente sarebbe successo. Quella pressione pubblica ha poi spinto le cose in avanti. Personalmente, preferirei che tutto si risolvesse lontano dai riflettori, penso sia meglio sia per noi che per loro. Ma questa è la realtà. Per ottenere un cambiamento importante, a volte serve visibilità. Spero comunque che non si arrivi mai al punto in cui una di noi debba esporsi come è successo in altri sport. Credo che nemmeno gli Slam lo vogliano. Per fortuna si è aperto un dialogo, anche se non so quando arriverà una soluzione”.

D: Guardando avanti, ora che sei nelle fasi finali del torneo, su cosa pensi di dover concentrare l’attenzione in vista della prossima gara? Prima parlavi spesso di “lotta”: senti che questa tua reputazione di combattente abbia un impatto anche mentale sulle avversarie?
Cori Gauff:Sì, più si va avanti, più le partite diventano dure. Per quanto riguarda la mia reputazione, forse. Spero di sì. Credo di essermi guadagnata questa etichetta in campo, grazie a tante partite lottate fino alla fine. Anche se non posso sapere cosa pensano davvero le mie avversarie. So però che, sul piano fisico, in molti non vogliono andare troppo per le lunghe con me. Quindi sì, penso che magari alcune ci riflettano, ma non credo che sia una costante per tutte quando scendono in campo”.















Музыкальные новости






















СМИ24.net — правдивые новости, непрерывно 24/7 на русском языке с ежеминутным обновлением *