Hewitt, super ritorno in campo: un solo game perso insieme al figlio Cruz
Giornata storica al Challenger 75 di Sydney dove Lleyton Hewitt, 44 anni, ha giocato e vinto in doppio con il figlio Cruz Hewitt di 16. Un esordio vincente per il duo, che ha battuto la coppia australiana formata da Hayden Jones e Pavle Marinkov, con il punteggio di 6-0 6-1 in appena 46 minuti di gioco.
E ci voleva l’amore verso un figlio per riportare Rusty dentro il rettangolo di gioco. Lleyton infatti si era ritirato dal singolare nel 2016, dopo una carriera che lo ha visto toccare il tetto del mondo. In carriera ha vinto gli Us Open nel 2001 e Wimbledon nel 2002. Oggi invece è il capitano dell’Australia in Coppa Davis. Cruz Hewitt, considerato a sua volta una promessa in patria, era impegnato a Sydney anche in singolare (in tabellone grazie a una wild-card) dove ha vinto il suo match di esordio contro Omar Jasika; perdendo successivamente contro Matsuoka con il punteggio di 5-7 6-3 7-5.
Il doppio invece è stato un dominio assoluto, come si evince dal laconico punteggio. La vittoria proietta Lleyton e Cruz Hewitt nei quarti di finale del torneo, dove affronteranno la coppia composta da Puttergill e Sweeney.
Sono passati 24 anni da quando Hewitt padre è riuscito a issarsi al numero 1 del mondo, restandoci in tutto per 80 settimane tra il 19 novembre 2001 e il 15 giugno del 2003. Cruz oggi è 759 Atp, e non ha bisogno di bisogno di bruciare le tappe. All’età del figlio, papà Lleyton era 162 Atp, e pochi mesi dopo sarebbe entrato nei top 100, rimanendoci senza interruzioni per dieci anni esatti: dal febbraio 1999 al febbraio 2009.
Ad accomunare i due Hewitt c’è anche una figura di riferimento: Peter Luczak, ex numero 64 Atp, attuale allenatore di Cruz, e per un periodo anche di suo padre Lleyton, verso il crepuscolo della sua carriera. Chissà se ci sarà un seguito dopo questa esperienza a Sydney. Non ci sono molti riscontri storici di tale portata nel mondo dello sport. Vedere un padre e un figlio misurarsi l’uno di fianco all’altro non è cosa da tutti i giorni.
Il primo esempio che viene in mente è legato al mondo della palla a spicchi. Dallo scorso anno nella NBA LeBron James 40 anni, e il suo primogenito Bronny James 21, militano nella stessa squadra, i Los Angeles Lakers, da quando la la franchigia lo ha selezionato nel secondo giro del Draft 2024 con la 55esima chiamata. Sempre restando nel mondo del basket, stavolta nostrano, nel 1990 ci fu l’incrocio tra Dino e Andrea Meneghin. Era la gara tra Varese, che schierava tra le sue fila un Andrea appena sedicenne, e Trieste, squadra di Dino, allora quarantenne.
Insomma vedere un incontro tra generazioni così lontane è bello, ancor di più se si tratta di incroci familiari. E’ come un passaggio di testimone, profondo come solo quello tra un padre e un figlio può essere. Augurando a Cruz di avere una carriera, se non vincente, altrettanto bella e soddisfacente come quella del padre Lleyton.
