Ibiza: mangia, balla, nuota

Mangia, balla, nuota. Se facessero un remake del celebre libro di Elizabeth Gilbert – poi diventato un film con Julia Roberts – e lo ambientassero a Ibiza, probabilmente i tre verbi nel titolo sarebbero questi. Senza nulla togliere all’amore, che scorre nelle vene dell’Isla Blanca ormai da oltre mezzo secolo, ossia da quando numerose comunità di hippy si stabilizzarono lì. Insediamenti spontanei, capaci di contagiare a tal punto il territorio che ancora oggi – tra la natura incontaminata e le «sacre» rocche del divertimento – si avverte un’energia particolare, capace di svuotare dai cattivi pensieri chiunque metta piede sull’isola.

Tre anime, quindi, sintetizzate e tradotte in realtà dallo storico brand Pacha, colosso internazionale ma con una reputazione legata principalmente alle notti ibizenche. Sì, perché seppur il fondatore Ricardo Urgell creò il primo club in Catalogna nel lontano 1967, cinque anni più tardi ne aprì un altro alle Baleari, trampolino per il successo globale delle iconiche ciliegie. Intinte, appunto, di quell’atmosfera hippy che all’epoca era dominante e che ancora oggi si respira a Ibiza. Tanto che uno degli appuntamenti più attesi nella celebre discoteca è il «Flower Power», una serata all’insegna dell’amore, in modalità figli dei fiori.

Ottimo anche il ristorante all’interno del locale, perfetta fusione tra fascino mediterraneo e sapori giapponesi, dal quale poi si può accedere direttamente alla pista da ballo senza ripassare in cassa. D’altronde, a Ibiza, la cucina si fonde spesso con lo show, come testimonia il divertente e caratteristico Lío, «restaurant-cabaret» sempre del gruppo Pacha: nel 2011 è stato proprio Urgell a progettare un locale che unisse i piaceri della tavola alla musica, al ballo e alle acrobazie. Con la città vecchia che si staglia sullo sfondo, artisti internazionali si alternano su un lungo palco al centro della sala e si dimenano tra i tavoli.

Sembra di entrare nell’armadio di Narnia, una dimensione quasi onirica dove – se è la prima volta – all’inizio resti spaesato. Ballerine in déshabillé che si muovo tra gli ospiti, poi scompaiono e riappaiono illuminate da occhi di bue, tirando fuori voci da star: tra canzoni, coreografie e numeri da circo, non mancano le pietanze sopraffine, capaci di riportare l’attenzione sul cibo nonostante lo show. Dal carpaccio di gamberi al tonno glassato, fino alla controfiletto in crosta e all’immancabile jàmon serrano: carne e pesce, insomma, con la firma dagli chef Josetxo Arrieta e Alba Soler, allineati con il concept di quest’anno, «sauvage».

Ma chi l’ha detto che una vacanza a Ibiza deve essere mossa per forza dai ritmi selvaggi? La famiglia Urgell, infatti, ha pensato anche a tutti coloro che preferiscono farsi cullare dalla brezza del mare, magari con un po’ di lounge music in sottofondo, un cocktail fresco in mano e i piedi immersi nell’acqua. È così che nel 2013 è stato fondato il Destino Pacha Resort, un complesso di lusso sul promontorio di Cap Martinet, sopra la baia di Talamanca. Ben diverso dal centralissimo Hotel Pacha, offre agli ospiti un clima rilassante, che sul calar del sole – per chi vuole – sale d’intensità a bordo piscina con i ritmi di Marco Carola e Solomun.

Sono loro i dj che si spartiscono gli eventi più importanti al Destino, location che resta comunque più vicina all’idea di relax: corsi di yoga all’ombra di palme e pini marittimi, sedute di massaggi e trattamenti benessere, cibi leggeri e centrifugati detox, passeggiate sulla scogliera o semplicemente una nuotata ammirando il tramonto. L’ideale, insomma, per recuperare le forze dopo una frenetica notte al Pacha o in preparazione di una travolgente cena al Lío. Perché le tre anime di Ibiza viaggiano insieme, senza mai perdersi di vista, declinando in diverse soluzioni – a seconda dei gusti – il mood spensierato tipico dell’Isla Blanca.

Anime indipendenti ma unite, quindi. Come le ciliegie.