De Donno a muso duro con il presidente nazionale di Avis: «Una pezza peggiore del buco»
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Briola gli aveva indirizzato una lettera aperta per sostenere la necessità di un farmaco dal plasma dei guariti dal Covid
MANTOVA. Ne ha per tutti, il primario di Pneumologia dell'ospedale di Mantova, Giuseppe De Donno, che torna a commentare via Facebook gli ultimi sviluppi del caso plasma iperimmune, con lo "scippo" della sperimentazione al Poma e la mano tesa di medici e ricercatori dopo la nuova polemica via social. E della lettera aperta del presidente nazionale di Avis, sulla necessità di ricavare un farmaco dal plasma dei guariti dal Covid, scrive «è una pezza peggiore del buco».
Ecco il testo integrale del post di De Donno: «Non ho mai approvato quegli scienziati che, dopo essere stati scelti dalla politica, chiedono collaborazione. Non ho mai approvato chi, pur non facendo parte di quel mondo, usa la Religione per ammiccarsi i cattolici.
Oggi leggo sui giornali tante cose distensive. Leggo del Presidente AVIS che si giustifica con una lettera che è una pezza peggiore del buco. Leggo di ricercatori diventati “servi in una vigna”, leggo di AIFA. Leggo di ISS. Finalmente leggo di scienziati che dicono che non si puó stabilire se il virus ha perso virulenza ( dico sempre che non abbiamo un virometro).
Leggo poi sulla Gazzetta che una Azienda ci ha donato una macchina per fare il nostro lavoro. Quindi? Sono pieno di richieste di Aziende che vogliono donarci frigo, agitatori, miscelatori. Dirò sempre di si. Se non c’è intento condizionatorio. Non sono contro l’Industria se questa è etica. Sono rimasto orfano a tre anni. Ho lottato una vita, con mia sorella, la mia complice di vita. Non ho scheletri nell’armadio. Pertanto... se ora che il plasma è stato sdoganato volete spostare il dibattito su corruttela e corruzione... nessun problema. Per altri forse si. Sempre vostro Giuseppe DeDonno».