Tifosi d’accordo: «Sempre con il Mantova: in C che derby, speriamo d’esserci anche noi»
Unanime la voglia di festa per la promozione: «Gare perse? Deciderà la società se rendere più accessibile l’abbonamento»
MANTOVA. Il Mantova lunedì 8 giugno dovrebbe ricevere, in via ufficiale, la certezza della promozione in C. Ottenuta, oltre alla dirigenza, ai giocatori ed ai tecnici, anche grazie ai suoi tifosi. Che sono in attesa di sapere se, come e quando potranno tornare sugli spalti.
QUESTIONE RIMBORSI. Nessuno, tra i tifosi, avanza pretese sulla parte di abbonamento non goduta per la sospensione. «Il problema non esiste - dice Gianluca Negretti del Club "Garo per Sempre" - Anche la stessa società, economicamente, è stata vittima di questa situazione». Nicola Dosoli, del Mantova Club Pietole, la vede allo stesso modo: «Mancavano 6 partite in casa e ritengo che anche in base ai prezzi contenuti degli abbonamenti, nessuno ci perda granchè. Lo vedrei come un contributo alla dirigenza». Rinaldo Pizzi, presidente del Centro di Coordinamento, non esclude che il Mantova adotti qualche iniziativa: «La società ha dimostrato più volte di venire incontro ai tifosi. Senza pretese, è possibile che si faccia partecipe di chi potrebbe avere qualche problema a sottoscrivere l'abbonamento". Dionigi Biancardi, avvocato del club Giustizia Biancorossa, affronta il punto di vista legale: «Giuridicamente potrebbero anche esserci ragioni per il risarcimento. Ma non mi sembra sia il caso, anche considerando le motivazioni per le quali il campionato è stato sospeso». Pierpaolo Tognini, Ultras della Curva Te residente, pensa semmai ad una donazione: «D'accordo con la dirigenza, si potrebbe recuperare la somma a beneficio di strutture sanitarie o case di riposo. Gli Ultras ci sono sempre».
PROMOZIONE SENZA FESTA. La tanto agognata serie C è arrivata, per così dire, a tavolino dopo la sospensione del campionato. «Il nostro club è stato toccato dalla perdita di due soci a causa di questa pandemia - dice Negretti - la festa sarebbe stata comunque a metà». Dosoli aggiunge: «Il calcio è composto anche dal pubblico, e la gioia collettiva sarebbe stata diversa. Però abbiamo vinto meritatamente un torneo che ci ha visto in testa dall'inizio». «Avremmo tutti voluto dar sfogo alla nostra felicità sugli spalti - precisa Pizzi - ma non è stato possibile. Speriamo, in futuro, di poter ringraziare adeguatamente squadra e società». Biancardi: «E' mancata la festa, sono sicuro sarebbe stata bellissima, a coronamento di una stagione che aveva riportato entusiasmo allo stadio però di fronte a più di trentamila lutti non si può fare altro che ricordarli compostamente e lavorare per il futuro». «E' un salto di categoria che ci ripaga di tante stagioni negative - spiega Tognini - anche se è evidente che qualsiasi traguardo, nello sport, andrebbe festeggiato con i protagonisti. Anche un campionato di serie D come quello vinto».
ASPETTATIVE. Cosa si attendono i tifosi? «Fermo restando - dice Negretti - che preferirei sempre avere una società autonoma e non dipendente dal Verona, mi aspetto un torneo senza ansie. Di assestamento». Dosoli sottolinea: «Gli imprenditori mantovani, è chiaro, non investono nello sport. Dunque teniamoci stretto Setti: disputando un torneo tranquillo, con qualche soddisfazione, sulla base di una programmazione mirata». Pizzi precisa: «Nessuno credo si aspetti il doppio salto. Sulla questione Verona, un conto è la rivalità sportiva, un altro questo accordo tra società. Mi auguro di rivedere una valorizzazione dei giovani in un campionato dove si possa stazionare nella parte sinistra della classifica». Biancardi entra nella questione: «Mi sembra che queste partnership tra società siano un dato acquisito, crescente e forse necessario alla luce della situazione economica. Negli ultimi due anni questa dirigenza ha acquisito credibilità riportando entusiasmo tra la gente. Si continui su questa traccia». Secondo Tognini «L'antiveronesità è un dato storico, non solo calcistico, che non si cancella con un colpo di spugna. Dovrà essere brava la società, ed in particolare Setti, a gestire la situazione con intelligenza, evitando il riaffiorare di antiche rivalità. Campionato? Non vedo l'ora di rigiocare i derby storici con Reggiana, Modena, Padova e di vincerli».
TIFOSI IN PRESENZA? . Ma il problema dei problemi è: come, se e quando i tifosi potranno tornare allo stadio? «Esiste già una grossa restrizione sul noleggio dei pullman - chiude Negretti - per cui la situazione si profila non facile per le trasferte». Dosoli non nasconde i suoi dubbi: «Anche in casa la società dovrà affrontare una questione delicata per il distanziamento. Di sicuro non si può pensare ad un calcio senza pubblico». «La questione è strettamente legata alla salvaguardia della salute - dice Pizzi - ed è chiaro che al momento non ci sono garanzie. Voglio sperare che la gente possa tornare, nei modi consentiti, ad esprimere il proprio sostegno dagli spalti». Biancardi si è già mosso: «Siamo in costante contatto con chi di dovere per spingere, secondo le norme, verso un ritorno del pubblico negli stadi». E Tognini conclude affondando il coltello nella piaga: «A lungo ci hanno fatto credere che il calcio fosse un prodotto televisivo, in realtà la variabile sono i tifosi. Senza di loro il calcio è oggetto senza valore. Non posso pensare ad un Mantova in C senza il suo pubblico. Che al di là della categoria, è assolutamente maturo ed intelligente».