L’attività fisica e sociale ai tempi del covid
Non solo palestre e sport, il Covid ha limitato l’attività fisica e l’educazione fisica anche nella scuola. E la didattica a distanza non sempre risponde alle esigenze di tutti noi
Tutti sappiamo come la pratica dell’attività fisica influisca positivamente sulla
salute dell’individuo. Il più delle volte identifichiamo con tale termine
esclusivamente le attività prettamente sportive; al contrario, essa comprende, in
misura maggiore, azioni che si svolgono quotidianamente nella nostra vita, come
lavorare, guidare, viaggiare, ricrearsi, giocare.
In ambito scolastico, l’educazione fisica, rivoluzionata dalle diverse normative
anti-covid, ha subito un notevole rimodellamento, portando a delle limitazioni di
impostazione didattica durante le lezioni.
La parte teorica viene utilizzata più frequentemente, soprattutto in casi di didattica
a distanza, mentre l’approccio pratico viene indirizzato verso esercitazioni
individuali.
La maggior parte delle attività fisiche di gruppo sono state sospese e questo ha
portato ad una crescente riduzione di uno degli elementi cardine per lo sviluppo
psico-fisico dell’alunno, vale a dire l’elemento sociale. Infatti è grazie alle attività
sociali che il discente riesce a confrontarsi con i compagni ed a valorizzare tutti
quegli aspetti importanti del vivere civile.
Per ovviare a questo problema, sia per una didattica in presenza che a distanza, è
possibile proporre attività individuali strutturandole in gare, tornei, sfide, e
adattandole in base al numero dei partecipanti, al tempo e allo spazio a
disposizione.
Si possono effettuare attività fisiche su una prestabilita capacità motoria, come ad
esempio l’utilizzo della classica corda per saltare o ricorrendo a esercizi a corpo
libero. Sarà possibile organizzare e strutturare tornei ad eliminazione, circuiti a
tempo, test di resistenza, dando centralità all’aspetto competitivo.
La competizione avrà lo scopo di rendere più dinamica, piacevole e motivante,
l’azione motoria dando al corpo discente la consapevolezza di un maggiore senso
di appartenenza.
In ogni caso, la competizione dovrà essere impostata nel favorire il riconoscimento
dei propri limiti e delle proprie capacità, in un contesto che dovrà portare ad una
maggiore conoscenza di se stessi e all’eventuale superamento di complessi e
frustrazioni da parte del discente.
Attraverso il rimodellamento di giochi individuali sotto una veste competitiva, si
può riuscire a creare, quindi, una situazione che vedrà una maggiore coesione ed
amicalità fra i vari studenti all’interno della classe.
E’ solo attraverso l’attività sociale, che il discente riesce a comprendere il concetto
di “fair play”, imparando il rispetto delle regole e garantendo equi rapporti umani
e sociali.
L’aspetto teorico dell’educazione fisica è comunque un fattore non trascurabile. Il
docente, quindi, dovrà trasmettere le proprie conoscenze del corpo umano e dei
suoi movimenti ai propri studenti, per finalità non solo meramente sportive, ma
anche perché le stesse possano essere utilizzate nella vita di ogni giorno: prima fra
tutti, la conoscenza di una corretta postura, la quale assicura un miglior approccio
alla quotidianetà. Ci si augura che presto questa emergenza abbia a cessare e si possa presto
ritornare allo svolgimento pieno e completo dell’insegnamento dell’educazione
fisica.