Una rete di imprenditori nelle case dell’ex raffineria di Mantova
![Una rete di imprenditori nelle case dell’ex raffineria di Mantova](https://gazzettadimantova.gelocal.it/image/contentid/policy:1.41562745:1657566429/OBJ126023267.jpg)
La R84 Multifactoring raggruppa quaranta attività negli edifici Ies abbandonati. Gli ideatori: «Siamo tutti impegnati nel progetto innovativo di bosco industriale»
MANTOVA. In quattro palazzine, abbandonate fino a sei anni fa, ora germoglia l'intelligenza collettiva: una rete di imprenditori che ha un fatturato generale di un milione di euro, mette tutti sullo stesso piano ("orizzontale", non verticistico). Cresce basandosi sul metodo del consenso anziché della maggioranza e guarda alla sostenibilità economica, sociale e ambientale non come obbligo ma come opportunità e risorsa. Siamo a Frassino, via delle Ville, ed è qui che si può ammirare un pezzo di Mantova che da negletto è diventato una piccola oasi verde di serena operosità in perenne movimento.
È questo il nuovo clima che si respira nello spazio di co-working che sorge nelle ex palazzine un tempo abitate da dipendenti della ex raffineria Ies. I maxi serbatoi e le ciminiere che fanno da sfondo alla sede di R84 Multifactoring Mantova scompaiono davanti alla creatività e all'impegno di questa rara unione di menti che pensa sì alla propria carriera ma lo fa basandosi anche su un'idea di sostegno reciproco, complementarietà delle professioni e crescita collettiva. Un'idea che ha preso forma nel 2016 da un bando con il quale i nuovi proprietari della raffineria, la compagnia ungherese Mol Group Italy, assegnavano in comodato gratuito le palazzine di via Villa Ies.
«Ci è subito parsa un'occasione da non perdere, inoltre nessun altro era interessato» spiega Lorenza Salati che con Giulio Focardi e Simone Foscarini ha intrapreso un'avventura divenuta format (altri Multifactoring sono stati fondati dalla loro srl, la "Osun wes", in Brianza e nell'ex fabbrica Pigna alle porte di Bergamo) che sta per mutuarsi ben lontano, ad Arequipa in Perù. Qui la Salati ha trascorso un mese per trasmettere il know how di un modello inedito per il Sud America e per gli Usa in generale: «Là hanno gli hub, li chiamano Talent Garden ma occorrono molti soldi per entrare – spiega – qui, al contrario, abbiamo come missione quella di abbassare la soglia di accesso al fare impresa». L'associazione, che è presieduta dall'architetto Marco Masotto, oggi conta quaranta attività imprenditoriali, ciascuna occupa una o più stanze negli ex appartamenti riadattati nelle quattro palazzine a due piani, il costo va dai 140 a 550 euro al mese e include le spese di riscaldamento-luce acqua, pulizie, wi-fi, uso spazi comuni come la piccola biblioteca, lo spazio centro studi e quello per la stampa in 3D.
In via delle Ville al Frassino l'imprenditorialità è per l'80% femminile ma sono molti i canoni che questo nuovo modo di fare impresa va a ribaltare. «I pilastri sono l'attitudine al fare, la diversità e l'organizzazione orizzontale. E siamo tutti impegnati nel progetto di bosco industriale – spiega Lorenza Salati – quando siamo arrivati qui lo scenario di abbandono ricordava Chernobyl, negli appartamenti c'erano ancora le stoviglie, come se il tempo si fosse fermato e tutto intorno la natura era una selva che si stava impadronendo di tutto. Siamo orgogliosi di aver affrontato la sfida e aver rigenerato uno spazio urbano degradato». Una rinascita di parte della città dove oggi è atteso in visita il sindaco Palazzi.
Mentre Giulia da Borgo Virgilio bussa per candidarsi a diventare nuova socia e si accomoda nel salotto condiviso, Lorenzo, 22 anni appena, l'ultimo nuovo entrato con l'attività di aggiustatutto (una passione per gli apparecchi meccanici), partecipa a un laboratorio di pirografia che farà nascere la tabellonistica del bosco postindustriale, dove in settembre arriveranno 150 farnie dal vivaio Ersaf, da piantare per dare nuova vita all'ex campo di soia, futuro polmone verde di città.
È solo una delle tante attività condivise: R84 sta confezionando un progetto per la reintroduzione della endemica rana di Lataste, si progettano vari open day dimostrativi. E una campagna di comunicazione che si prefigge di sconfiggere un pregiudizio dettato dall'essere circondati dalle ciminiere e che, a detta dei protagonisti del Multifactoring, tiene lontana la curiosità dei mantovani. Quelli che non si ricordano che, in fondo, le oasi non sono miraggi ed è lì che ci si abbevera per salvarsi.