Il bambino mantovano che premiò Pelé: «Un buono, aveva un sorriso per tutti»

Giugno del 1967, storie di un altro calcio, certamente, di un altro mondo. Quando Edson Arantes Do Nascimiento, in arte Pelé ed all’epoca già due volte campione del mondo, come una persona qualunque andava a inaugurare il torneo dei Mantova Clubs nel teatro della Chiesa di Borgo Angeli. Venendo premiato per l'occasione da un ragazzino che era presidente del Mantova Club Mini Fiera. Poi Cesare Taffa è diventato adulto, ha svolto la professione di architetto ma oltre ai ricordi personali conserva ancora il gagliardetto ufficiale firmato da O Rei di quella amichevole col Mantova incorniciato in un quadro.

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Un gadget semplice e genuino come quei gesti, che da due giorni probabilmente ha assunto anche un valore economico esponenziale per i collezionisti. «Mi sembrava tutto paradossalmente normale - ricorda Taffa -dal Mantova che era in serie A e giocava contro il Santos al fatto di poter stringere la mano ad un grande calciatore. Con il tempo poi, sentendo i commenti delle persone che in casa mia vedevano quella foto e quei reperti, ho capito che non era una cosa tanto banale».

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Taffa lascia andare la mente ai ricordi: «C’era tanto entusiasmo attorno al Mantova - prosegue - e la società incentivava la passione dei ragazzini. Eravamo un gruppetto di tifosi tra i 10 ed i 15 anni e ci regalavano i biglietti per assistere alle partite. Forse proprio perché piccoli scelsero noi per premiare Pelé. Che fu l’unico a presenziare all’evento, mentre gli altri componenti della squadra del Santos furono invitati in un altro incontro».

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Con il tempo Cesare Taffa ha perso la passione per il Mantova anche se segue comunque occasionalmente il calcio: « Devo ammettere che quando è arrivata la notizia della scomparsa di Pelé, mi ha colpito a livello personale. Quella sera avevo conosciuto una persona semplice e buona, che si dimostrò disponibile e sorridente con tutti».