Il presidente di Regione Lombardia: «Nel 2024 saremo locomotiva d’Europa e l’Autonomia garantirà più servizi»
foto da Quotidiani locali
Il primo anno del secondo mandato da Presidente della Lombardia ha visto Attilio Fontana impegnato a ripartire dopo la pandemia e la guerra in Ucraina che hanno compromesso il quadro economico internazionale.
Presidente, come ha chiuso il prima anno del secondo mandato? Il cronoprogramma che si è imposto a inizio mandato è rispettato?
Decisamente sì, nonostante il quadro di bilancio nazionale complicato che impone sacrifici. Le infrastrutture, i servizi ai cittadini sono stati salvaguardati nel nostro bilancio appena approvato. E non dimentichiamo l’Accordo per lo Sviluppo e la Coesione firmato con la premier Giorgia Meloni che garantisce alla Lombardia la possibilità di realizzare investimenti per importanti progetti strategici. Si tratta oltre 1,2 miliardi di euro: 710 milioni di euro per realizzare nuove opere, a cui si aggiungono 315 milioni di euro per il cofinanziamento dei Programmi Regionali 2021-2027 e 185 milioni di euro già assegnati a Regione per l’acquisto di nuovi treni.
La Lombardia rimane locomotiva del paese. Come vede il 2024?
Io sono moderatamente ottimista. Stiamo attraversando un momento difficile, la Germania è in recessione, l’Italia sta subendo una crescita minore, ma siamo comunque sempre in positivo. E’ chiaro che se alcuni dei nostri principali clienti si trovano in difficoltà logicamente anche noi ne subiamo le conseguenze.
Nel bilancio di previsione non avete toccato la tassazione e investito in sanità, welfare e formazione. Che Lombardia ha in mente per i prossimi anni?
Il Bilancio che abbiamo approvato è un bilancio che fa riferimento alla situazione del nostro Paese. Quindi un bilancio conservativo, che non si può permettere spese particolarmente rilevanti, che però assicura le prestazioni che abbiamo garantito in passato. Un provvedimento che non prevede alcun aumento della pressione fiscale e utilizza al meglio tutte le risorse a nostra disposizione, partendo da quelle regionali per arrivare ai finanziamenti statali ed europei. Dobbiamo essere cauti perché la situazione a livello nazionale non è buona per via dei danni creati da tante misure elargitive, come il super bonus. Quindi niente fughe in avanti e massima prudenza per mantenere sano e in attivo come sempre il bilancio della nostra Regione.
La transizione energetica è sulla bocca di tutti...
La Lombardia vuole guidare la transizione energetica, con semplificazione burocratica per incentivare la diffusione delle fonti rinnovabili e l'efficientamento energetico degli edifici pubblici, passando per la produzione di energia pulita. Siamo leader in Europa per economia circolare, con un riuso dei rifiuti che arriva all’85%, e continuiamo a investire sul futuro.
L’addio ai motori endotermici rischia di mettere in ginocchio il settore dell’automotive...
Regione Lombardia fa parte dell’Alleanza europea delle regioni dell’automotive; un luogo di confronto tra 34 regioni che ne fanno parte e che valgono il 31% del Pil dell’Unione Europea, ma anche un interlocutore della Commissione europea, con la quale il dialogo è continuo. La nostra posizione, sulla quale troviamo sempre più convergenze è questa: condividiamo assolutamente gli obiettivi sulla decarbonizzazione della mobilità e non diciamo no a priori all’elettrico, ma pensiamo che la strada per raggiungere tali obiettivi, spetti ai territori, partendo dalla valorizzazione e dalla tutela del proprio sistema produttivo ed economico. È il principio della ‘neutralità tecnologica’, fondamentale per la tutela sociale, economica ed occupazionale di ogni singola realtà.
L’investimento sull’idrogeno fatto in Vallecamonica sarà l’esempio da seguire?
Con il progetto «H2iseO Hydrogen Valley» puntiamo dritti verso la meta che stiamo perseguendo da tempo, quella di politiche di sviluppo all’insegna della sostenibilità. È questo il futuro che vogliamo disegnare per i lombardi e stiamo dimostrando di essere in grado di innovare. Sicuramente quindi un esempio da seguire.
La sanità con le liste di attesa e la mancanza di personale è sempre un nervo scoperto.
Come Regione Lombardia abbiamo stanziato nel 2023 84 milioni di euro per l’abbattimento dei tempi d’attesa. Anche gli ultimi dati forniti da Agenas sul rispetto dei tempi di attesa per interventi chirurgici dimostrano il grande sforzo compiuto. In Lombardia risulta un miglioramento del 12,20 per cento in area oncologica e un 3,6 in area cardio-vascolare. Confidiamo in un coinvolgimento sempre più attivo da parte dei medici di medicina generale all’interno delle Case di Comunità.
E l’agricoltura? Si parla tanto di promozione ma oramai ogni anno il settore deve parare i colpi del maltempo…
Il sostegno della Regione parte innanzitutto dalla nuova programmazione europea. La PAC ci porta in dote oltre 830 milioni di euro. Punteremo oltre metà delle risorse sull’innovazione nelle aziende, per garantire la sostenibilità.
Con l’autonomia tutto sarebbe più semplice? Calderoli è sulla strada giusta?
Assolutamente sarebbe tutto molto più semplice. E’ chiaro che se potessimo ampliare il raggio d’azione potremmo avere ancora maggiori risparmi da rendere ai cittadini in termini di servizi aggiuntivi. Il Ministro Calderoli è sulla strada giusta. Voglio essere scaramantico, ma sono convinto che si compiranno grandi passi avanti. L’avvio della discussione in Senato il prossimo 16 gennaio è un’ottima partenza.