Intelligenza artificiale: fa paura ma decide l’uomo
foto da Quotidiani locali
«L’intelligenza artificiale non è cosciente, non prova sentimenti, non è creativa. È certamente potente e, sì, fa paura. Ma la tecnologia va avanti. L’etica sta nel suo utilizzo, lo strumento non sostituisce la decisione che deve sempre restare in capo a un essere umano». Così Riccardo Palumbo, docente di business and behavioral economics e direttore scientifico di Umana Analytics srl consulente d’azienda, dà il via all’incontro promosso da Confindustria Mantova. Un incontro che ieri ha messo a fuoco la possibilità di avvalersi della nuova rivoluzione tecnologica per affrontare problemi della quotidianità aziendale e gestione delle risorse umane, dal turnover al fenomeno crescente delle dimissioni volontarie, e poi gestione del cambiamento, formazione, trasferimento delle competenze, sicurezza, inclusione, livello di fiducia e benessere individuale.
Le applicazioni
È da un mix di svariate applicazioni di intelligenza artificiale combinate alle neuroscienze e alla regia umana, la soluzione proposta. Un esempio, tra i molti portati da Riccardo Palumbo, in ambito di sicurezza in caso di processi standardizzati: l’eye tracker, un dispositivo fisico che consente di procedere alla rilevazione ed analisi dei movimenti oculari, utile a preparare tutorial (anche in realtà aumentata e che è possibile tradurre in svariate lingue), proteggendo la privacy, per formare nuovo personale. Il tutto finalizzato a produrre strategie organizzative che, partendo da dati qualitativi rilevabili, possono portare a policy aziendali che aiutino a prevenire problemi. «E con l’obiettivo di migliorare soddisfazione, performance e clima aziendale» spiegano Annalisa Colletto e Maurizio Migliarotti, vice presidente e direttore di Confindustria Mantova che invitano gli associati interessanti a contattare la sede di via Portazzolo.