“Quel treno per Carpi’’: 50 anni fa la storica trasferta del Suzzara
Cinquant’anni fa. Il 27 gennaio 1974 era una fredda domenica d’inverno, in piena austerity, quando era in programma il big match di serie D Carpi-Suzzara che occupavano le prime posizioni. I bianconeri, neopromossi, si battevano alla pari con le grandi e quella partita allo stadio “Cabassi” era particolarmente attesa. Proprio per questo, oltre ai consueti treni di linea, fu organizzato dal segretario bianconero Lelio Giavazzi un convoglio speciale che avrebbe portato nella città emiliana circa 1000 suzzaresi, tutti col biglietto in tasca.
La grande attesa
Le giornate precedenti furono frenetiche perché la trasferta doveva essere organizzata nei minimi dettagli affinché si arrivasse allo stadio in tempo. Quella domenica, infatti, un lungo corteo di tifosi invase viale Zonta e poi la stessa stazione. L’orario stabilito, con partenza da Suzzara alle 13.20, era perfetto ma, proprio così, ci fu un ma: l’arrivo era previsto alle 13.40 con inizio della gara alle 14.45 (era stato richiesto lo spostamento di un quarto d’ora per consentire un ingresso graduale) ma il treno, composto di sei carrozze, appena partito da Suzzara cominciò a mostrare problemi: sembrava inchiodarsi da un momento all’altro. Poi la locomotiva riprese a “camminare” a velocità ridottissima, giungendo a Gonzaga dove, tra le proteste e le imprecazioni, alcuni sportivi tentarono di “prendere” il treno di linea ma non riuscirono e il capostazione allarmato chiamò i carabinieri.
Il racconto di Giavazzi
Secondo le parole di Giavazzi, fu deciso di proseguire seppure a passo ridotto. «Dal finestrino - raccontò il segretario - non smettevo di fissare il fumaiolo. Lo vedevo sbuffare affannosamente e il treno avanzava quasi per inerzia. Una pena e una rabbia da non dire. Anziché alle 13.40 si giunse a Carpi alle 15! Il deflusso dei tifosi avvenne in modo caotico e decisamente allarmante. Parecchi vennero travolti lungo gli stretti passaggi d’uscita, altri riportarono escoriazioni nel tentativo di saltare le cancellate. Poi la corsa allo stadio dove, evitato il controllo all’entrata, avvenne l’invasione di posti». Erano circa le 15.20 quando i suzzaresi “assaltarono” lo stadio “Cabassi”: il punteggio, alla mezz’ora, era ancora sullo 0-0. Purtroppo era saltata tutta la coreografia, a tinte bianconere che prevedeva lo sventolio di bandiere e il suono dei tamburi.
La beffa del rigore
Oltre al danno - l’arrivo in ritardo allo stadio - nel secondo tempo giunse anche la beffa: l’arbitro Simini di Torino - l’inviato della Gazzetta di Mantova il giorno dopo lo definì “scadente” - concesse al Carpi al 12’ un rigore molto dubbio per una caduta in area di Gallina nel contrasto con Gigi Recchia. Il penalty realizzato da Ferrari dette vigore al Carpi che raddoppiò 5’ dopo con lo stesso Gallina. Il Suzzara cercò una reazione ma i tentativi furono vani. Il ritorno a casa - con la stessa locomotiva riparata in qualche modo - fu mesto ma nel cuore di tutti noi, che abbiamo partecipato a quell’esodo, rimane quella domenica di fine gennaio del 1974: quel treno per Carpi diventato una leggenda. Nonostante la sconfitta.
Vanni Buttasi, Quel treno per Carpi, Il Rio, 144 pag