Il piano Valdaro: l’area trasporti si allarga
Una piattaforma intermodale più al passo con i tempi e, soprattutto, più aderente alle esigenze delle aziende di logistica insediate nel retroporto di Valdaro, tante da costituire un vero e proprio distretto del settore. È per dare una risposta alle loro richieste di movimentazione e trasporto delle merci che la Provincia ha approvato un nuovo studio di fattibilità tecnico-economica per l’infrastruttura, che sostituisce quello del 2021. La collocazione della piattaforma è sempre la stessa, nell’area privata di Olmolungo che si trova nel Comune di Mantova, tra la linea ferroviaria Mantova-Monselice, l’autostrada del Brennero e il porto fluviale di Valdaro.
Le modifiche
Cambiano la metratura dell’area e il numero di binari, mentre viene definita meglio la destinazione d’uso della piattaforma. Nel primo progetto di fattibilità la piattaforma intermodale ferro-gomma si estendeva su una superficie di 63mila metri quadrati; nella nuova versione si amplia a 70mila metri. Aumenta anche il numero dei binari che verranno realizzati: si passerà a quattro dai due previsti inizialmente, con altri due che serviranno solo per la sosta dei treni e per le manovre di composizione e di scomposizione dei convogli. I nuovi binari saranno collegati a quelli che costituiscono il fascio che dalla linea per Monselice al Frassine entrano nel porto dove è prevista la realizzazione di un terminal container. Sarà una moderna infrastruttura, funzionale al traffico fluviale proveniente dalla futura piattaforma off-shore prevista al largo di Venezia, dove avverrà lo smistamento dei container dalle navi oceaniche a quelle di medie dimensioni, e viceversa, per alimentare i porti circostanti, compresi i sette del sistema mantovano.
La scelta
«I quattro binari divideranno in due parti la futura piattaforma _ spiega Gabriele Negrini, responsabile del servizio portuale e navigazione della Provincia che ha redatto il progetto di fattibilità con la collega Anna Cerini _ una parte sarà dedicata al trasporto convenzionale di container tradizionali e di quelli per la chimica e i gas tecnici mentre la seconda alla movimentazione dei veicoli». Alla piattaforma si accederà da un nuovo rondò sull’Ostigliese. La scelta di modificare lo studio di fattibilità è stata dettata dal fatto che le tante imprese logistiche insediatesi nel retroporto di Valdaro puntano sempre di più sul trasporto alternativo alla strada costituito dalla ferrovia e dall’acqua. La ferrovia, infatti, è l’infrastruttura in grado di far dialogare il porto fluviale con il distretto logistico.
Costi lievitati
Tutto questo comporterà un aumento dei costi previsti per la realizzazione della piattaforma. Il primo progetto di fattibilità parlava di un investimento di 14 milioni ediecimila euro per realizzare tutto quanto previsto; con il nuovo si sale a 17 milioni e 826mila euro. L’opera, per il momento, non è finanziata e, quindi, bisognerà andare alla ricerca dei soldi necessari. Con il nuovo studio di fattibilità sarà più facile partecipare ai vari bandi dell’Unione Europea.
I tempi
Per l’esecuzione dei lavori sono previsti 165 giorni (circa otto mesi). Bisogna, però, calcolare altro tempo prima di vedere partire il cantiere. Prima serve la progettazione definitiva ed esecutiva dell’opera che richiederà due mesi. Poi bisognerà bandire la gara d’appalto: si calcola che per l’affidamento dei lavori ci vorranno altri otto mesi. Insomma, in un anno e mezzo (ma non si sa ancora a partire da quando) si avrà la piattaforma.