Gli Internazionali d’Italia di motocross per i 40 anni del Migliaretto
Meno dieci giorni alla seconda e decisiva tappa mantovana degli Internazionali d'Italia di motocross. Soprattutto la pista del Migliaretto celebrerà i 40 anni dalla prima importante gara internazionale, evento da allora divenuto abitudine, che si chiamasse Mundialito, Starcross o Internazionali. Il presidente del Moto Club Mantovano Giovanni Pavesi riassume i passaggi decisivi per la crescita dell'impianto. «Nel 1980 il Moto Club subì un cambio nei suoi vertici e il direttivo venne rinnovato, inserendo alcuni giovani ex piloti come me e altri appassionati di motocross».
Il sostegno del Comune
«Trovammo la collaborazione del Comune di Mantova - continua - per individuare una grande area nella zona del Migliaretto, in via Learco Guerra, per costruire un circuito molto tecnico, su fondo sabbioso come in Belgio e Olanda, ideale per evidenziare le capacità di guida dei piloti e la spettacolarità di questa disciplina sportiva. L'idea era di creare un circuito permanente, aperto per allenamenti e test, come avveniva nel Nord Europa. Ottenemmo subito consenso nell’ambiente e i piloti cominciarono a venire qui ad allenarsi. Tra i primi il grande Michele Rinaldi che preparava la sua scalata al mondiale 125». Da lì fu un escalation: «Proprio nell'inverno di 40 anni fa, grazie a buoni uffici col direttore tecnico della Gilera Jan Witteveen, riuscimmo a organizzare una gara test prima del Mondiale. Allora era molto difficile ottenere l’assegnazione di un Gp ma l’interesse era enorme e c'era spazio per più eventi. Così nel 1984 organizzammo il primo Internazionale della 125 a invito che venne vinto proprio dalla Gilera, con l’olandese Marc Velkeneers».
Gare minori, stesso impegno
«Poi non ci siamo più fermati - prosegue - continuando a ospitare grandi eventi e pure gare regionali e nazionali che curiamo con la stessa passione, grazie a professionalità ed esperienza del nostro staff. Nel 2021 la Fim ci ha assegnato il 74esimo Motocross delle Nazioni, vinto dall’Italia di Antonio Cairoli, Alessandro Lupino e Mattia Guadagnini, una tra le più belle gare mai disputate in Italia».