Quei mantovani morti a Mauthausen
Gli scioperi nelle grandi fabbriche del Nord Italia del marzo 1944 hanno rappresentato il primo atto di insubordinazione collettiva contro la dittatura nazifascista. Un atto che coinvolse centinaia di migliaia di lavoratori i quali subirono una dura repressione da parte del regime dittatoriale.
In molti furono arrestati e deportati, soprattutto, nel campo di sterminio di Mauthausen, in Austria, dove subirono violenze e torture e dove persero la vita.
Fra loro anche due operai di origine mantovana, Primo Bulgarelli di Pegognaga e Giovanni Tamagni di Viadana, impiegati entrambi alla Breda di Sesto San Giovanni, arrestati e deportati a Mauthausen da dove non fecero più ritorno.
Le loro fotografie sono ancora appese al triste muro che introduce al forno crematorio del lager nazista.
A ottant’anni dalla rivolta
A ottant’anni da quella rivolta le storie di Primo e Giovanni, ricostruite nel libro di Giuseppe Valota “Dalla Fabbrica ai lager, testimonianze di familiari di deportati politici dell’area industriale di Sesto San Giovanni” (ed. Mimesis), possono aiutarci a inquadrare un periodo che spinse il New York Times a scrivere, all’indomani degli scioperi, che «in fatto di dimostrazioni di massa non è avvenuto niente nell’Europa occupata che si possa paragonare con la rivolta degli operai italiani».
Giovanni Tamagni
A Giovanni Tamagni, nato a Viadana il 2 febbraio del 1902, proprio l’anno scorso è stata dedicata una pietra d’inciampo posizionata di fronte alla propria abitazione natia nel centro di Viadana. Giovanni a Viadana non vive molto perché è costretto, per lavorare e mantenere la propria famiglia, a trasferirsi alla Breda di Sesto San Giovanni dove, nel 1942, trova impiego come elettricista. Il 2 marzo del 1944, in pieno sciopero, Giovanni scorda qualcosa di importante nel suo armadietto di lavoro. «Mio padre – ricorda Dante nel libro - era già uscito dalla Breda, ma poi è tornato indietro perché si era dimenticato qualcosa e quando è uscito dalla portineria della IV sezione c’erano loro e l’hanno preso. A casa quindi non è più arrivato. Io penso che nel suo armadietto in Breda devono aver trovato qualcosa di compromettente e per questo l’hanno arrestato».
I fascisti e l’arresto
Dopo il suo arresto da parte dei fascisti, la moglie inizia subito a cercare Giovanni e viene a sapere che era stato portato nel carcere di san Vittore.
«Ma noi non lo sapevamo – racconta ancora il figlio – e non abbiamo pensato di cercarlo lì. Ci è arrivato un suo biglietto buttato dal treno mentre lo deportavano». Destinazione Mauthausen. Dopo la Liberazione la ricerca del padre si fa intensa. «Mio padre – spiega Dante Tamagni – l’hanno stroncato in meno di un anno. Non era forte di salute. A Mauthausen ha resistito, ma poi a Gusen è stata la fine».
Primo Bulgarelli
Primo Bulgarelli si trasferisce da Pegognaga a Sesto san Giovanni nel 1928 e trova un impiego come falegname-modellista sempre alla Breda. Dal padre eredita, oltre che la cultura per il lavoro, anche lo spirito antifascista. «Primo ed io – racconta Giovanni Bulgarelli, uno dei nove fratelli di Primo – eravamo iscritti al Partito Comunista clandestino e mia sorella Siviglia faceva la staffetta». Ricordando i giorni dello sciopero del marzo 1944, Giovanni rievoca i drammatici momenti dell’arresto del fratello: «Primo è stato arrestato – spiega nel libro - di notte, a casa, il 1° marzo del 1944, la notte precedente il primo giorno di sciopero».
Giovanni racconta come i fascisti in divisa abbiano fatto irruzione dove dormivano i due fratelli e abbiano trascinato via Primo. Inizialmente viene portato nel carcere di San Vittore, dove rimane due giorni e poi viene trasferito nel campo di Fossoli. Primo viene caricato su un treno per Mauthausen l’8 marzo del 1944 e giunge a destinazione dopo tre giorni.
Nel campo di sterminio muore il 24 marzo del 1944. «Mia sorella Siviglia – conclude Giovanni – è stata tra le prime ad andare a visitare i campi di concentramento ed è tornata sconvolta, sembrava diventata pazza; ce n’è voluto di tempo perché si riprendesse».
Il treno per la memoria
Quest’anno, in occasione dell’ottantesimo anniversario degli scioperi del 1944, il Treno per la memoria organizzato a livello regionale da Cgil, Cisl e Uil farà tappa a Mauthausen. L’iniziativa mantovana, organizzata da Cgil e Cisl, coinvolgerà una cinquantina di studenti delle scuole superiori mantovane ed è stata presentata il 26 gennaio alla Cgil di Mantova.