Altri due morti nella Rsa di Roncoferraro. E i parenti accusano: nessuna risposta alle nostre richieste
Il figlio di una donna morta: ho dovuto pagare il trasporto al Poma. La direzione promette: presto le videochiamate. L’appello del sindaco
RONCOFERRARO. Le famiglie degli ospiti della casa di riposo di Roncoferraro lamentano di non riuscire ad avere informazioni sui parenti. La fondazione Nuvolari risponde: «Stiamo facendo l'impossibile, nei prossimi giorni attiveremo le videochiamate». Nel frattempo il 12 dicembre si sono registrati due decessi tra gli anziani. Il nodo che ancora preoccupa è il personale, ridotto ai minimi termini, anche se nelle prossime ore arriveranno rinforzi.
All'interno della residenza è scoppiato un focolaio che conta 64 anziani positivi al Covid e molti contagi tra gli operatori. «Continuiamo a telefonare in struttura ma senza avere risposta, in altre Rsa sono state attivate le videochiamate», è il grido di dolore dei parenti degli ospiti. Alla fine di novembre, quando sono iniziati i problemi, la fondazione Nuvolari, che gestisce la Rsa, ha inviato una mail alle famiglie informandole che le videochiamate e quelle vocali erano sospese, per motivi di sicurezza connesse ai rischio di contagio che tale operazione poteva causare. Ma per chi è a casa e aspetta notizie la situazione è molto pesante.
«Mia madre è scomparsa un paio di giorni fa – racconta un parente – quattro giorni prima avevo ricevuto una telefonata dalla Rsa che mi informava dell'aggravamento delle sue condizioni. Nei giorni seguenti ho tentato in vano di contattare al telefono la Rsa per avere informazioni, ma nulla. Poi è arrivata la chiamata che mi informava della morte. Non solo. Mia madre è stata trasferita alle camere mortuarie del Poma a Mantova, perché quelle della casa di riposo erano piene e mi è stato chiesto di pagare il trasporto della salma. La situazione mi pare surreale».
«Mia nonna al momento risulta negativa al Covid – racconta la nipote di una signora ospite della Rsa – però vorrei avere notizie. Sono riuscita a parlare col medico solo in queste ore, dopo giorni di tentativi. Per noi sarebbe importante anche solo poterla vedere con una video chiamata una volta a settimana. Se il personale in servizio non riesce si potrebbe pensare di utilizzare un operatore esterno anche della protezione civile, ad esempio. Non troviamo giusta questa mancanza di contatti telefonici. Questa è una battaglia che non facciamo tanto per noi, ma perché ciò che stiamo vivendo non debba succedere più in futuro».
La difficoltà nelle comunicazioni è strettamente legata alla mancanza di personale. C'è anche una questione di privacy. Solo medici e infermieri hanno accesso alle cartelle cliniche e attualmente in servizio ce ne sono rispettivamente 2 e 6. «Se bisogna scegliere tra accudire gli ospiti e rispondere alle telefonate dei parenti, la scelta è scontata» dicono dalla Fondazione.
«Stiamo veramente facendo l'impossibile – assicura il presidente della Nuvolari Paolo Oliviero – ringrazio tutto il personale, la direttrice Tiziana Bellini e il responsabile Covid Stefano Chiavelli, stanno facendo turni massacranti per assicurare l'assistenza agli ospiti. Ce la stiamo mettendo tutta anche per rinforzare il personale, stiamo facendo colloqui anche a delle badanti. In questo momento difficile chiedo alla comunità di stringersi attorno alla casa di riposo e di evitare polemiche».
«Capisco l'ansia dei parenti – dice il sindaco Sergio Rossi – prego tutti i familiari di organizzarsi e individuare un solo referente per ogni famiglia che mantenga i contatti con la Rsa, questo per non intasare le linee e non intralciare il lavoro difficile dei sanitari».