Sul raddoppio ferroviario la minaccia dei ricorsi
Colpa, forse, del dna dell’Epifania, giornata in cui, tradizione vuole, si dà l’addio ai brindisi di festa e si comincia a guardare l’anno nuovo con preoccupazione. E per Giuseppe Torchio, sindaco di Bozzolo, l’anno comincerà davvero il 14 gennaio, con il via al cantiere del raddoppio della linea ferroviaria Mantova-Cremona-Milano, che avrà il suo cuore pulsante a Bozzolo. Ma i battiti del sindaco accelerano, per la consapevolezza «che non si può ancora cantar vittoria».
La paura dei ricorsi
Parlare di ansia è eccessivo, ma Torchio non nasconde di non dormire sonni proprio tranquilli. La causa? I ricorsi contro il progetto in agguato dietro l’angolo, alcuni dei quali si sono già manifestati con tanto di timbro di avvocati. «Se si comincia a spostare la questione su un piano giuridico fa sfumare la possibilità di mediazione necessaria in una questione così complessa». La prende da lontano, ma si avvicina veloce al punto: «Abbiamo fatto di tutto per evitare conflitti con le realtà locali, imprese e privati, per realizzare questa grande opera, l’unica, teniamolo presente, che verrà fatta in questi anni, visto che l’autostrada è in un futuro non prevedibile - spiega, ammettendo che «il progetto non è perfetto, è stato redatto di corsa, ma dobbiamo ricordarci un punto fondamentale, cioè che se scattano le cause il commissario perde ruolo e poteri e passa tutto in mano all’avvocatura». Una prospettiva che va scongiurata.
Le imprese contrarie
A riprova che le sue paure non sono campate in aria, cita le imprese che stanno mettendosi di traverso: la Mec Carni, punto di riferimento per la produzione di carne suina, che non si arrende all’idea che il raddoppio passi proprio dove c’è il depuratore dell’azienda, «e dà lavoro a trecentocinquanta persone», la Bandinelli, che ricicla ferro da settanta anni, e la Ufi filter. Tutte e tre hanno sede a Marcaria, e «hanno già dato mandato a un legale per agire».
La proposta
«E’ necessario che la questione venga affrontata al tavolo di conciliazione con la Prefettura, che è già al lavoro, e non in sede giudiziaria, ma abbiamo poco tempo» dice rammaricato il sindaco, che è intanto alle prese con il ricorso di un agricoltore al Tar «perché il cantiere gli andrebbe a finire in camera da letto. E dice la verità, l’ho visto con i miei occhi, basterebbe solo fare una modifica di tre o quattro metri. Questa opera è troppo importante per perdere tempo».