Letti veri per i senzatetto del rifugio di Mantova: donati 13mila euro, reti e materassi
foto da Quotidiani locali
Quando la solidarietà diventa davvero una catena contagiosa: è quanto sta accadendo attorno al rifugio notturno per i senzatetto aperto nell’ex seminario vescovile. Accanto ai volontari di ogni età che tutte le mattine si danno il cambio per le colazioni, in poche settimane l’appello lanciato per sostituire le 25 brandine presenti con letti veri e propri ha raccolto ben 13.210 euro oltre a reti e materassi offerti da alberghi e cittadini.
Le donazioni
A darne notizia è il direttore della Caritas diocesana Matteo Amati nel pubblicare sul sito della Diocesi il rendiconto delle «offerte ricevute e dei gesti di vicinanza concreta». Era stato il vescovo Marco Busca a promuovere l’idea «che questo spazio diventasse l’espressione della cura e dell’attenzione da parte di tutti gli abitanti della città» ricorda Amati nel ripercorrere le tappe che hanno portato all’apertura del rifugio e all’obiettivo di sostituire le venticinque brandine presenti «con letti e materassi, per permettere a chi è più vulnerabile di riposare in condizioni migliori». E a poche settimane dal lancio della raccolta fondi la Caritas ha ricevuto 47 donazioni, per un totale di 13.210 euro. Non solo: «Diverse persone e strutture alberghiere hanno offerto reti e materassi in buone condizioni, per attrezzare lo spazio di accoglienza in tempi ancora più rapidi - racconta Amati - le offerte materiali rientrano nell’ottica dell’economia circolare e dell’uso responsabile delle risorse, stile che la Chiesa mantovana condivide e promuove da tempo. Per questo motivo ci è sembrato importante accogliere i materiali donati e destinare le offerte in denaro per acquistare i letti e i materassi che mancheranno e per garantire la continuità del progetto di accoglienza per il resto del periodo invernale».
Gli ospiti del rifugio
Nato per accogliere persone senza fissa dimora negli spazi messi a disposizione dalla Diocesi nella palestra dell’ex seminario, al piano freddo cooperano i Comuni del piano di zona di Mantova, l’associazione Papa Giovanni XXIII e due associazioni legate alla Caritas diocesana , ovvero Agape, con il centro di ascolto C.a.s.a. San Simone, e Abramo, che partecipa al servizio di pronto intervento sociale. Partito a novembre con le 25 brandine messe a disposizione dalla Croce Rossa, oggi il rifugio ospita circa 21 uomini, giovani e anziani, italiani e stranieri «con una storia di immigrazione recente o con anni di permanenza in Italia - prosegue Amati - diverse sono le storie che li hanno portati nel Mantovano, diverse le ragioni che hanno causato la loro situazione estrema. Non c’è uno schema prevalente, ogni persona porta la propria storia unica e particolare».
I volontari delle colazioni
Scout Agesci e Cngei, gruppi giovanili delle parrocchie di città, il Masci, cittadine e cittadini che si sono messi a disposizione: è formata da loro la rete di volontari che prepara le colazioni per gli ospiti del rifugio, che «si spendono in una contagiosa ed entusiasmante solidarietà». E dietro quel portoncino di via Cairoli «si sono costruite relazioni di vicinanza, sono state condivise le storie personali e le ragioni dell’arrivo nella nostra città, con un’attenzione che vale molto più di un solo posto per dormire». Riferisce Amati che «i volontari raccontano della bellezza dei saluti scambiati per strada quando incontrano le persone con cui hanno condiviso una chiacchiera a colazione». La bellezza di quei sorrisi che li accolgono quando tornano a preparar loro il caffè magari dopo qualche giorno di assenza. Gesti semplici che insieme al successo della raccolta fondi testimoniano che a Mantova «sono davvero numerose le persone che cercano un modo per manifestare premura concreta verso coloro che, per diversi motivi, si trovano al margine della vita sociale».