Eccellenza, un derby da pazzi: ecco cosa ci lascia
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foto da Quotidiani locali
Questo derby non è mai banale. Castiglione-Castellana riesce sempre a regalare emozioni, nel bene e nel male. Ma cosa resta dopo la corrida di domenica? Due squadre agli antipodi, accomunate da limiti mentali che potrebbero condizionare il finale di stagione.
Castiglione, passo indietro
Il pari di Cortefranca sembrava un semplice intoppo lungo il cammino. E invece nel derby qualche scricchiolio in più c’è stato. Episodi arbitrali a parte, è innegabile l’errore di interpretazione del match da parte dei rossoblù. Troppa foga, baricentro troppo alto, troppi palloni persi in fase di conduzione. Il “troppo” che fa male, che non serve e che anzi ti manda in tilt. Probabilmente la volontà era quella di schiacciare da subito la Castellana, per evitare le difficoltà viste all’andata. E invece niente, non ha funzionato. Poi è arrivato un nervosismo diffuso che alla lunga ha condizionato la prestazione. Chiaro, quando ti vedi sventolare così tanti rossi in faccia ci sta di perdere le briglie. Per assurdo il rosso decisivo è stato l’ultimo, quello di Mambrin. Perché anche in 9 contro 11 il Castiglione era ancora in partita. Un corner, un mezzo traversone... sotto di un gol si poteva ancora sperare in qualcosa di buono.
Castellana da rivedere
Bene la Castellana, capace di gestire perfettamente la partita in avvio (aspetta, ruba e riparti) e di ferire al momento giusto. Meno bene nella gestione, perché prima in doppia e poi addirittura in tripla superiorità numerica non è ammissibile tenere il match aperto fino al minuto 80. La paura di vincere non può essere parte del bagaglio di una squadra a cui l’esperienza non manca di certo. Gente come Ruffini, Pizza, Crema, Menolli, Migliorelli, Faye, Secli... calciatori che hanno visto pure categorie superiori devono trovare più serenità. è questa la chiave da girare, il punto focale su cui Arioli deve mettere l’accento. Perché la salvezza diretta passa proprio da lì: dalla testa.